La conquista da parte dell’Italia di una delle delega più prestigiose, quella dell’economia a cui è approdato l’ex premier Paolo Gentiloni, rappresenta senza dubbio il segnale concreto di un brusco miglioramento delle relazioni fra Bruxelles e Roma, determinato dal cambio di maggioranza e dall’uscita dal governo della Lega dopo la crisi estiva, ma chi si aspetta la strada spianata per le richieste italiane di flessibilità potrebbe rimanere deluso.
Paolo Gentiloni, che aveva lasciato una serie di relazioni cordiali a Bruxelles al termine della sua esperienza alla guida del governo, è sempre stato un sostenitore dello sviluppo ma anche dell’equilibrio dei conti, e soprattutto non potrà decidere da solo sulle inevitabili richieste di maggiore flessibilità che giungeranno dall’Italia.
Ursula Von der Leyen, affidando al commissario italiano la delega all’economia, una prima volta per l’Italia che pure è uno dei paesi fondatori della Comunità Europea, ha messo subito in chiaro che “Sul Patto di Stabilità le regole e i limiti sono chiari”. Il segnale concreto che non ci saranno favori o cambi di rotta è la nomina a vicepresidente esecutivo per l’economia del Lettone Valdis Dombrovskis, falco dell’austerità e mai tenero con l’Italia nella passata legislatura, con il compito di supervisionare il bilancio e gli affari finanziari.
Tanto è bastato per far parlare di una delega sotto tutela per Gentiloni: in realtà lo scenario è molto simile a quello precedente, in cui il francese Pierre Moscovici rappresentava la parte dialogante, mentre lo stesso Dombrovskis richiamava con rigore al rispetto delle regole.
In ogni caso si tratta di una posizione non facile per Gentiloni, chiamato da una parte a far rispettare a tutti gli stati membri le regole di bilancio, dall’altra ad assicurare lo sviluppo e a scuotere l’economia del vecchio continente, e in particolare quella del suo paese.
Un tema posto a Bruxelles anche dal premier italiano Giuseppe Conte, che, a poche ore dalla fiducia ricevuta al Senato, ha incontrato la futura presidente della Commissione per parlare d’immigrazione, ma anche d’investimenti e flessibilità per rilanciare l’economia italiana.
Alessandro Martegani