"Foiba rossa. Norma Cossetto, storia di un’italiana". Questo è il titolo del fumetto che l’assessorato piemontese all’istruzione guidato da Elena Chiorino, esponente di Fratelli di Italia, aveva annunciato di voler distribuire lo scorso anno in 540 Istituti superiori della Regione come "iniziativa culturale per costruire una memoria condivisa".
Un'operazione che si è arenata a causa della pandemia, ma anche dell'intervento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi, che aveva chiesto spiegazioni riguardo il modo in cui veniva raccontata la storia e anche l'appartenenza politica degli autori e della casa editrice del volume, considerati vicini ad ambienti di estrema destra. Nel fumetto secondo i suoi detrattori ci sarebbero molte inesattezze e una descrizione sterotipata e razzista dei popoli slavi.
Un'iniziativa bollata come "revisionista", che ora ha visto l'intervento anche della Corte dei conti che ha chiesto alla regione di rendere conto di questa operazione. I libri, a detta dell'assessora, causa Covid, non sono mai stati acquistati e nemmeno è stata mai promulgato un atto amministrativo che rendesse operativa quella intenzione. Ciononostante, la Procura contabile ha inviato alla Regione un decreto istruttorio in cui chiede conto dell'operazione.
Pronta la reazione di Fratelli di Italia che hanno presentato un'interpellanza urgente alla presidenza del consiglio chiedendo un'indagine interna alla Corte dei conti, che secondo il partito della Meloni darebbe l'idea di agire "in censura politica su mandato altrui".
Questa pagina della storia italiana, l'interpretazione che se ne vuole dare e l'uso pubblico che se ne vuole fare continuano quindi a rappresentare terreno di scontro politico e di propaganda sia da sinistra sia da destra; compagini che sembrano destinate a non trovare una mediazione avvelenando, così, il dibattito su queste vicende emerse in questo ultimo decennio dal vaso di Pandora della storia.
Barbara Costamagna