Giorgia Meloni risponde a distanza al ministro francese Laurence Boone che, stando ai media, avrebbe dichiarato di voler lavorare con Roma, ma anche voler vigilare sul rispetto dei diritti e delle libertà, prestando attenzione al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto.
"Voglio sperare - scriva su Facebook la leader di Fratelli d'Italia - che la stampa di sinistra abbia travisato le dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri e confido che il governo francese smentisca queste parole, che somigliano troppo a un'inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell'Ue". "L'era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all'estero è finita", ha quindi concluso Meloni.
A dare ragione a Giorgia Meloni è il leader di Azione, Carlo Calenda, che spiega che i francesi si devono fare i fatti loro e non vigilare su nulla.
"Siamo un Paese dell'Unione Europea, se c'è una questione attinente allo stato di diritto se ne occupa l'Ue come ha fatto con Polonia e Ungheria, quindi è del tutto inopportuno. Io nelle condizioni di Meloni mi sarei espresso come si è espressa lei", ha aggiunto Calenda.
Intanto Matteo Salvini ha chiesto l'istituzione di un ministero per la Famiglia e la natalità. Lo conferma il capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo: "Con questo governo si spera di concretizzare i progetti che in Parlamento abbiamo più volte sostenuto, cercando di seguire l'esempio delle politiche del Trentino Alto Adige, la Regione che ha l'indice di natalità più alto". Romeo aggiunge che la Lega "gradirebbe molto" ricoprire il ministero per Affari regionali, autonomia e riforme e, assicura che il partito "sarà garanzia di stabilità per il governo e per il Paese".
Infine, Romeo ribadisce che per la Lega "più il governo è politico e meglio è: la politica deve dare gli indirizzi, i tecnici possono dare una mano a realizzarli".
Davide Fifaco