Informare in modo corretto sta diventando sempre più difficile. Con l'evoluzione dei mezzi di comunicazione ed in particolare la diffusione mondiale dei social network anche la legislazione in termini di privacy e tutela ha dovuto adeguarsi alle nuove realtà.
A molti infatti non è ben chiaro, ad esempio, se un'immagine condivisa su un social network su un profilo pubblico diventi di fatto essa stessa pubblica e quindi condivisibile o meno. Giuseppe Citarella, professore di Diritto Privato presso l'Università degli Studi di Trieste, ha fatto chiarezza su alcuni dubbi: "Spesso il legislatore, soprattutto il legislatore nazionale, si trova ad inseguire la tecnologia, ma altre volte lo stesso legislatore agisce un po' più ‘seriamente’ e quindi invece di scrivere regole scrive delle linee guida. Ma in questo caso siamo già nei termini del legislatore ma in quelli dell'Autorità Garante per la Protezione dei Dati. Queste linee guida sono regole ampie che permettono in qualche modo di dare delle direttive comportamentali. Nel caso dei social network è sempre più complesso distinguere ciò che è pubblico da ciò che è privato. Questo deriva anche dall'inconsapevolezza degli utenti; da quello che ho potuto verificare io sui miei campioni, essenzialmente i miei studenti, è che il 99% delle persone accedono ai social network senza nemmeno leggere i termini e le condizioni, quindi non sanno, in sostanza, a che gioco stanno giocando. In pratica si aderisce ad un contratto del quale non si conoscono i termini, con conseguenze che alcune volte possono essere spiacevoli."