Ancora una volta sulla gestione dell’epidemia non c’è accordo fra Governatori e Governo. Le fughe in avanti che si erano verificate nella prima fase, si stanno ripetendo anche nella Fase 2, dove regioni come Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Abruzzo e Calabria chiedono di procedere più rapidamente verso la ripartenza.
Il clima si sta surriscaldando, con il centro destra che accusa il governo di aver violato i diritti costituzionali e annuncia anche manifestazioni, ma Giuseppe Conte parlando alle Camere ha ribadito la necessità di procedere con prudenza e compattezza. “Non possiamo - ha detto - permettere che gli sforzi compiuti risultino vani per imprudenze compiute in questa fase così delicata. Qualsiasi atteggiamento ondivago, - ha aggiunto - come passare dalla politica del chiudiamo tutto al riapriamo tutto, rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile questi sforzi. Il governo non può promettere un ritorno immediato alla normalità della vita precedente”.
Il lungo passaggio che Conte ha dedicato alla necessità di mantenere la prudenza nella ripartenza del paese non ha però convinto i governatori e il centro destra, e non manca chi ha deciso di procedere da solo, come la Calabria, regione che ha consentito la “ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo” anche se “con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all'aperto”.
La Calabria non è però l’unica regione, fra quelle che ormai hanno costituito un fronte anti governo, a voler procedere a sola, e il ministro per le regioni Francesco Boccia ha chiesto ai governatori di ritirare le ordinanze in contrasto con l'ultimo decreto, minacciando l’impugnazione.
I Governatori però rivendicano la propria indipendenza, e fra le categorie non mancano le proteste. La prima si è svolta in Friuli Venezia Giulia la scorsa settimana. A Milano ristoratori, gestori di locali, estetisti e parrucchieri hanno dato simbolicamente le chiavi delle attività al sindaco, affermando di non poter attendere fino a giugno per riaprire.
Boccia ha proposto di avviare in futuro politiche differenziate valutando la situazione dei contagi, ma si tratta di una strategia che viene scartata a priori da regioni come la Lombardia, centro dell’epidemia in Italia, ma anche cuore dell’economia del paese. I governatori di Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia hanno poi confermato tutte le rispettive ordinanze, anche se meno restrittive rispetto ai decreti del governo.
Alessandro Martegani