Nella giornata dell’approdo in Parlamento del cosiddetto “decreto Cutro”, il provvedimento sui flussi migratori, che fra le altre cose inasprisce le pene per i trafficanti di esseri umani, il tema dell’immigrazione e della gestione degli arrivi rimane uno dei punti critici per la maggioranza di governo.
Anche nelle ultime ore sulle coste della Sicilia sono giunti centinaia di migranti scortati o soccorsi al largo dalle navi della Marina Militare e della Guardia di Finanza.
Proprio sul tema dei migranti, il Governo la scorsa settimana aveva proclamato lo stato di emergenza, e ieri è stato anche nominato un commissario, l’ex prefetto, fra le altre città, di Trieste, e attuale capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno, Valerio Valenti. Avrà l’incarico di gestire i fondi messi a disposizione per lo stato di emergenza, con la possibilità di creare nuovi centri di accoglienza e stabilire gli spostamenti dei migranti all’intero del paese, ma non in Toscana, Emilia Romagna, Campania e Puglia, le quattro regioni guidate dal centrosinistra che non hanno accettato il commissariamento delle proprie competenze sull’immigrazione.
I governatori di centro destra al contrario hanno accolto con favore la decisione del governo e ribadiscono la gravità della situazione: “La Regione ha fatto la sua parte e ha dato una mano, abbiamo fatto in modo di far arrivare coperte, scarpe, viveri in collaborazione con il ministero dell'Interno” ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, “l'accoglienza di prima necessità è sacra, - ha aggiunto - ma serve una politica concreta per gestire questi arrivi”.
“Meloni prima urlava, ora è senza bussola” – ha invece dichiarato il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini: “È tempo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Se il governo pensa di abbandonare la via ordinaria dell'accoglienza, quella diffusa, per intenderci, per realizzare grandi strutture, allora venga a confrontarsi. Se avessimo gestito così l'accoglienza dei profughi ucraini, la situazione sarebbe esplosa”.
Alessandro Martegani