La maggioranza gialloverde manca la prima prova per la tenuta del governo. Otto ore di confronto non sono infatti bastate per trovare un punto d’intesa sulla riforma della giustizia, presentata dal ministro Alfonso Bonafede, dei 5 Stelle.
La riunione del Consiglio dei ministri era stata preceduta da tensioni e attacchi a distanza: gli stessi Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio si vedevano per la prima volta dopo settimane polemiche, alimentate dalle divisioni sul programma e dal caso Lega Russia.
Distanze confermate anche nel corso della riunione: Salvini, che aveva definito la riforma 5 Stelle “acqua”, ha chiesto provvedimenti più incisivi come la separazione delle carriere, e maggiori garanzie sulla durata dei processi penali: un punto chiave per sbloccare anche la riforma della prescrizione, un provvedimento già contestato dalla Lega perché bloccherebbe la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, rischiando di prolungare i processi all’infinito senza un meccanismo che ne garantisca una durata ragionevole.
La riforma per la Lega è insomma da riscrivere, una posizione che ha alimentato il risentimento nei 5 Stelle, che accusano Salvini di cercare di bloccare l'abolizione della prescrizione.
A nulla sono serviti i tentativi di mediazione di Giuseppe Conte, che ha evitato lo strappo nella notte solo con un rinvio a “successive intese”, ma ora guarda con timore alle prossime scadenze: Lega e 5 Stelle sono divisi al Senato sul decreto sicurezza e sulla Tav, e non va meglio nella trattativa con Lombardia e Veneto sull’autonomia. Sullo sfondo rimane però soprattutto il confronto sulla legge di bilancio, una manovra che dovrà tener conto degli accordi presi con Bruxelles per evitare la procedura d’infrazione, ma in cui la Lega chiede l’inserimento della Flat tax, ceh richiederebbe un impegno di almeno 30 miliardi di euro.
Tutto è rinviato alla prossima settimana, all’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, ma sono in molti ormai a pensare che non ci siano margini di trattativa e che la riforma non andrà in porto.
Un clima che porta la maggioranza sempre più vicina al punto di rottura, tanto da far interpretare l’annunciato tour al sud di Salvini come l’inizio della prossima campagna elettorale.
Alessandro Martegani