Non c’è dialogo fra le forze di governo sulla Tav, e lo scontro è ormai arrivato ai due leader di Lega e 5 stelle, in aperto contrasto, mentre su avvicina la scadenza di lunedì, quando bisognerà decidere se far partire i bandi per la realizzazione dell’opera.
Ad avviare le ostilità, dopo una settimana difficile nella trattativa sulla Torino Lione con un nulla di fatto dal vertice di governo, è stato Matteo Salvini che ha escluso che i “ministri della Lega possano firmare un qualsiasi documento per fermare i lavori": “Abbiamo speso dei soldi per scavare chilometri di tunnel sotto una montagna e spero - ha aggiunto - che nelle prossime ore si riparta”.
Parole che contrastano con la posizione del premier Giuseppe Conte, che aveva espresso forti dubbi sull’opera, e soprattutto sono suonate come una minaccia di crisi a Luigi di Maio, che ha accusato l’alleato di essere un irresponsabile. “Oltre a forzare una violazione del contratto minaccia pure di far cadere il governo. —ha detto di Maio - Salvini se ne dovrà assumere le responsabilità di fronte a milioni d’italiani.”
La maggioranza non è mai stata tanto vicina alla rottura, e Salvini, pur minimizzando le tensioni, ha confermato la propria posizione: “Si possono tagliare spese, strutture, è giusto chiedere più contributi all'Europa e alla Francia, - ha detto il leader della Lega - ma non si può fermare la TAV”.
A favore di uno sblocco dell’opera è giunta puntuale anche la dichiarazione dei governatori di Veneto e Lombardia, Zaia e Fontana che hanno definito “impensabile” bloccare i bandi, e sulla stessa linea è anche il governatore del Piemonte Chiamparino.
Fra le ipotesi anche un rinvio delle decisioni a dopo le europee di maggio, ma Salvini non sembra disposto a cedere ai 5 stelle, alleati di governo ma ormai avversari elettorali, e il tema della Tav rischia di diventare uno dei temi della campagna, mentre anche le opposizioni attaccano. Silvio Berlusconi ha indicato Salvini come il possibile premier di un nuovo governo di centrodestra, mentre per il leader del Pd Zingaretti il governo è ormai “nel tunnel della sua crisi”.
Alessandro Martegani