Giustizia, autonomia, Tav e decreto sicurezza: su questi quattro temi si gioca la tenuta del governo gialloverde in Italia.
Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dopo settimane di tensione per il caso Russia Lega, si sono rivisti nel Consiglio di ministri dedicato al tema della riforma della giustizia, uno dei punti critici nella maggioranza.
Lo stesso Di Maio ha invitato la Lega a non bloccare la riforma, che punta a velocizzare i processi, ma Salvini ha definito il testo “acqua” e chiede interventi più decisi sulle intercettazioni e la separazione delle carriere.
Accanto alla giustizia però Lega e 5 Stelle sono divisi anche sulla trattativa con Lombardia e Veneto sull’autonomia: i 5 Stelle non sembrano voler cedere alle richieste dei governatori e della Lega su una maggiore autonomia, in particolare in campo scolastico, e le posizioni al momento sembrano inconciliabili, nonostante i referendum che hanno indicato chiaramente la strada verso una maggiore autonomia delle due regioni.
Ancora una volta è stato il premier, Giuseppe Conte, che ha incontrato i due
vicepremier nel corso del Consiglio dei minstri, a mediare fra posizioni apparentemente inconciliabili per placare tensioni che continuano a mettere in discussione la tenuta del governo, tanto da far nuovamente parlare di elezioni a febbraio, anche se la Lega non sembra ancora disposta a innescare la crisi e rischiare la nascita di una nuova maggioranza con un esecutivo tecnico.
Come se non bastasse in Parlamento i 5 Stelle hanno deciso di presentare una mozione contraria alla Tav, nonostante il definitivo via libera da parte del premier, e anche sul decreto sicurezza non c’è accordo. Un clima non positivo che sembra rendere quasi un’impresa impossibile l’avvio del confronto sulla legge di bilancio in cui Salvini pretende l’inserimento di un Flat tax estesa, ma servono 30 miliardi, non facili da reperire rispettando vincoli di bilancio concordati con Bruxelles.
Alessandro Martegani