Foto: MMC RTV SLO
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Il 59,3% degli iscritti al Movimento 5 Stelle ha votato in favore del governo che sta formando Mario Draghi. Su un totale di 74.537 preferenze, 44.177 sono andate per il sì all’ex presidente della Bce.

Ma dopo il voto sulla piattaforma Rousseau, Alessandro Di Battista ha deciso di uscire dal Movimento 5 Stelle. In un videomessaggio sui social l’esponente pentastellato ha scritto: “Accetto la votazione ma non posso digerirla. Da tempo non sono d'accordo con le decisioni del Movimento 5 stelle e ora non posso che farmi da parte".
È stata una bellissima storia d'amore" - prosegue Di Battista - "in una comunità le decisioni si devono rispettare, si possono anche accettare se una persona non è d'accordo. Ma stavolta non riesco a digerirle, la mia coscienza politica non ci riesce".
Di Battista conclude quindi con le parole: "non posso che farmi da parte, non parlerò più a nome del M5s perché da tempo il M5s non parla più a nome mio".

L’ex esponente del Movimento non ha fatto alcun accenno a nuove iniziative politiche, ma ha ringraziato i suoi compagni di avventura, Beppe Grillo ed un “presidente perbene” come Giuseppe Conte.

Il capo politico Vito Crimi ha dichiarato che “la democrazia del Movimento passa per il voto degli iscritti che è vincolante", mentre l’ex ministro Luigi Di Maio ha affermato che “la responsabilità è il prezzo della grandezza. Oggi i nostri iscritti hanno dimostrato ancora una volta grande maturità, lealtà verso le istituzioni e senso di appartenenza al Paese. In uno dei momenti più drammatici della nostra storia recente, il MoVimento 5 Stelle sceglie la strada del coraggio e della partecipazione, ma soprattutto sceglie la via europea, sceglie un insieme di valori e diritti di cui tutti noi beneficiamo ogni giorno e dietro ai quali, purtroppo non di rado, si nascondono egoismi e personalismi".

Questa scelta è un'assunzione di responsabilità e segna l'apertura di una nuova fase in questa legislatura", scrive invece il presidente della Camera, Roberto Fico.

Da capire ora cosa accadrà in un partito che meno di tre anni fa fu votato da quasi un italiano su tre, perché se è vero che quasi il 60% degli iscritti-votanti si è schierato con Draghi, è altrettanto vero che il 40% è contrario a questa scelta e potrebbe quindi verificarsi una spaccatura.

Divisioni immediatamente rilevate dalla Lega e sottolineate in una nota con le parole: “Preoccupazione per la spaccatura nel Movimento 5 Stelle dopo il voto degli iscritti a proposito del governo Draghi. Nonostante i sì di Grillo, Conte, Di Maio e Crimi, il Movimento si è diviso. In questa situazione è ancora più importante il ruolo della Lega e di Forza Italia”.

Davide Fifaco