Il divario di genere si affaccia nel dibattito politico italiano. A far emergere questo tema il ministro per il Sud Peppe Provenzano, che ha reso noto sulle pagine de La Repubblica di aver rinunciato la scorsa domenica a partecipare ad un evento sulla ripartenza nel quale sarebbe stato l’ospite d’onore, dopo essersi reso conto che su 14 invitati tutti erano maschi.
Provenzano ha sottolineato che non si tratta di una presa di posizione contro gli organizzatori, ma di un gesto nato spontaneamente davanti all’ennesima espressione di “un ritardo generale” presente nel paese per quanto riguarda la parità di genere.
Un divario che ha detto il ministro in Italia è tra i più forti al mondo e che secondo il World Economic Forum richiederà 257 anni per essere colmato. Perciò secondo Provenzano la politica deve iniziare a fare il suo il prima possibile, riconoscendo gli errori e correggendoli.
D’altronde il ministero per il Sud ha già dimostrato la particolare attenzione che riserva a questa problematica, avendo messo come suo capo gabinetto una donna e su 4 uffici di sua competenza 3 donne alla loro guida, proprio perché secondo Provenzano è necessario iniziare ad agire per far sì che il gap tra i sessi venga colmato.
Devono, quindi, far di più tutti e non solo i partiti politici, tra i quali, ha sottolineato Provenzano, attualmente esiste una “classe femminile di primo piano nel centro destra” e quindi anche “la sinistra, che è nata per contrastare le diseguagliane, deve fare di più”.
Barbara Costamagna