Il Presidente della Repubblica Borut Pahor è stato accolto in udienza da Papa Francesco, con il quale ha ricordato la data dell’8 febbraio del 1992, data che coincide con l’inizio dei rapporti diplomatici tra i due paesi. È simbolico che ciò è avvenuto proprio durante la giornata della cultura, in quel momento abbiamo realizzato che la Slovenia è uno stato indipendente e un soggetto di diritto internazionale” ha detto Pahor sottolineando come si fosse trattato di un punto di svolta. Ricordando che il 13 di gennaio del 1992 la Santa sede ha deciso di riconoscere la Slovenia, Pahor ha poi evidenziato che i rapporti con la Santa Sede sono stati spesso altalenanti con “alti e bassi”. Oggi si è parlato soprattutto del dialogo “le divisioni che notiamo soprattutto nel mondo occidentale ci portano a riflettere sulle soluzioni per riportare il dialogo alla sua funzione di punto di unione”. Si è parlato anche di riconciliazione. A proposito Pahor si è detto stupito come il papa è a conoscenza di molte cose che ci riguardano, come la storica stretta di mano avvenuta a Basovizza con il Presidente italiano Sergio Mattarella. Tra i temi affrontati pure la crisi in Ucraina per la quale entrambi si son detti d’accordo che deve essere trovata una soluzione pacifica a tutti i costi. Il capo dello stato ha poi parlato della situazione nei Balcani occidentali con il segretario di stato vaticano, Pietro Parolin affermando che “manca la volontà politica” per arrivare a un gesto simbolico di riconciliazione. Pahor ha poi partecipato alla messa solenne alla Basilica di San Pietro in lingua slovena che è stata officiata dall’arcivescovo Stanislav Zore.

Dionizij Botter


Foto: Televizija Slovenija/Janko Petrovec
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