Il Professor Balthazar, Surogat: film di animazione che per il valore artistico e il livello tecnico sono considerati autentici capisaldi del cinema di animazione della “Scuola zagabrese ", come l’ha definita il critico cinematografico francese, Georges Sadoul.
Le produzioni della Zagreb film sono state al centro della serata organizzata all’auditorium del museo Revoltella dalla Comunità croata di Trieste. Sanija Borčić, responsabile delle relazioni internazionali e progetti speciali della Zagreb Film, ha guidato il pubblico attraverso la storia della casa cinematografica nata nel 1953.
Negli studi di Zagabria sono stati prodotti più di 600 film di animazione, 800 spot pubblicitari e 600 documentari, conquistando oltre 400 premi a livello internazionale, su tutti un Oscar per il miglior film d'animazione “Surogat” di Dušan Vukotić, che nel 1961 riuscì a superare il colosso Disney. Numeri che fanno ancora più impressione considerando i mezzi a disposizione della casa di produzione di Zagabria in quel periodo rispetto ai colossi americani.
Proprio Surogat è stato uno dei film proposti nel corso della serata, accanto una serie che ha accompagnato intere generazioni di bambini, il “Professor Balthazar”, l’anziano professore che riusciva sempre a risolvere i problemi con delle invenzioni tanto ingegnose quanto surreali: oggetti volanti, case speciali, ed altro. Un successo internazionale, tradotto e arrivato in vari paesi, tra cui Danimarca, Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Svezia, Iran, Stati Uniti e Australia.
La serata non è però che una delle molte iniziative culturali che la comunità croata sta offrendo alla città di Trieste per favorire la conoscenza reciproca, come ci ha detto anche il presidente della Comunità Croata di Trieste, Damir Murković: “Non abbiamo mai voluto curare solo il nostro orto – dice - il nostro è un grande giardino aperto a tutte le varie presenze. Abbiamo sviluppato degli ottimi rapporti non solo con le istituzioni della città di Trieste e la regione Friuli Venezia Giulia, che supportano anche finanziariamente queste nostre attività, ma con tutta una serie di entità etniche e minoranze che vivono e popolano questo territorio. Questo - conclude - ci rende particolarmente fieri, perché siamo inclusivi”.
Alessandro Martegani