La spallata non c’è stata, il governo e il centro sinistra tirano un sospiro di sollievo, ma la sconfitta della Lega e di Matteo Salvini in una regione considerata tutt’ora una roccaforte rossa deve esser interpretata con le dovute cautele.
Matteo Salvini, nonostante una campagna elettorale che ha ecceduto i limiti del confronto politico e che ha avuto cadute come la citofonata a una famiglia di cittadini tunisini accusati dal leader della Lega di spacciare, o bambini portati sul palco durante i comizi, veniva indicato come il possibile vincitore; i sondaggi davano i due schieramenti alla pari, e la sconfitta, netta con otto punti di scarto, rischia di metter in ombra il fatto che la Lega è comunique il secondo partito della regione, con più del 31 per cento, a pochi punti al Pd, e che Salvini continua a dominare il centro destra, oltre che le presenze sui mezzi di comunicazione.
Lo stesso Salvini ha presentato il risultato come un primo assalto a 70 anni di dominio della sinistra, e lascia capire che si tratta solo della prima battaglia, in vista della sfida per la guida del paese.
Dall’altra parte Pd di Nicola Zingaretti può guardare con soddisfazione a un risultato sotto certi aspetti inatteso, condizionato dalla campagna di Stefano Bonaccini, che ha sottolineato i risultati della sua amministrazione e ha tenuto a distanza i leader nazionali del PD, ma anche dall’appoggio esplicito delle Sardine: il movimento, che a breve si darà una struttura, è stato consacrato dal voto come una realtà nella politica italiana, e con il consenso mosso dalle sardine la sinistra e il Pd dovranno fare i conti, come dimostrano i ringraziamenti espressi da Nicola Zingaretti e dallo stesso Bonaccini.
Atteso e forse più netto del previsto il calo, o meglio il crollo, dei 5 Stelle: il partito di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, orfano del leader Luigi Di Maio, ha ottenuto in Emilia Romagna meno del 5 per cento, ponendo una serie d'incognite sul ruolo del partito nella maggioranza, anche se, paradossalmente, il risultato negativo, che si unisce a quello della Calabria, dove i grillini si sono fermati al 7 per cento, potrebbe allungare la vita della legislatura, visto che molti parlamentari 5 Stelle hanno ormai la certezza di non essere rieletti. Un risultato che ha messo in secondo piano la caduta verticale di Forza Italia, al 2,5 per cento, mentre avanza Fratelli d’Italia, che sfiora il 9 per cento.
La partita della Calabria ha assunto meno rilevanza per il dato numerico, mezzo milione di elettori contro i tre e mezzo dell’Emilia Romagna, ma il voto è stato condizionato anche dalle vicende del presidente uscente del centro sinistra, Mario Oliverio, non ricandidato dopo esser stato rinviato a giudizio per reati amministrativi. Il centro destra ha quindi vinto nettamente con più del 55 per cento, con Jole Santelli che sarà la prima Governatrice della regione, staccando di 25 punti Pippo Callipo. Nella regione del sud il Pd è però ancora il primo partito con il 15 per cento, seguito a breve distanza da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, praticamente appaiati fra il 12 e l’11 per cento: numeri che mandano per la prima volta la Lega al governo in una regione del sud.
Alessandro Martegani