Fisco, grandi opere, ma anche immigrazione e relazioni con la Cina: saranno probabilmente questi i terreni di scontro della prossima campagna elettorale per le europee, temi destinati a dividere anche la stessa maggioranza.
I segnali che la battaglia è iniziata sono evidenti: accantonato per ora lo scontro sulla Tav, che vede Lega e 5 Stelle su posizioni apparentemente inconciliabili, si sono riaccesi i riflettori sull'immigrazione, con la nave italiana del progetto Mediterranea alla fonda a un miglio e mezzo da Lampedusa. Il sindaco Totò Martello si è detto pronto ad accogliere i migranti, ma Matteo Salvini ha reagito: "Possiamo dare ogni genere di conforto - ha detto - ma in Italia con il mio permesso non mettono piede". "Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo, - ha detto Luigi di Maio - perché i salvataggi e le vite umane sono la nostra priorità".
Toni diversi, che puntano a marcare le differenze, anche in tema di fisco, con Salvini che ha fatto la voce grossa, chiedendo l'applicazione della Flat tax, ricordando che il provvedimento è inserito nel contratto di governo, e non esitando a contestare le cifre fornite dal mistero dell'economia.
Non c'è accordo nemmeno sull'imminente firma dell'intesa fra Roma e Pechino, che sarà siglata nel fine settimana a Palermo. Oggi il Premier Giuseppe Conte ha parlato dell'accordo alla Camera, sottolineando i vantaggi economici per l'Italia e rassicurando sul fatto che Roma non intende mettere in discussione le alleanze euroatlantiche, né le regole europee sul commercio e sul lavoro.
Conte ha però anche replicato alle critiche delle opposizioni sulla gestione dell'immigrazione: "Di fronte alla singola emergenza - ha detto - siamo tutti in difficoltà: dobbiamo tutti impegnarci a non strumentalizzare il singolo caso perché di fronte all'emergenza siamo tutti coinvolti".
Alessandro Martegani