Nell'ambito dell'informativa di Giuseppe Conte sui presunti fondi russi in Aula al Senato è andato in scena il confronto a distanza tra il premier e il leader leghista.
Appare quindi tutt'altro che archiviata la crisi nella maggioranza, con inoltre il Movimento 5 Stelle ancora in subbuglio dopo il sì alla Tav.
Conte ha pesato tutte le parole ma non ne ha risparmiata alcuna. "Ad ora", ha detto, resta "fiducia in Salvini", anche se il ministro gli ha rifiutato le informazioni chieste su Savoini.
Alle parole del premier, Matteo Salvini ha poi risposto con un perentorio "Mi interessano meno di zero". "Mi alzo ogni mattina per andare al Viminale per lavorare - ha aggiunto -. Io finché posso far le cose sto al governo".
Quanto al passaggio di Conte che lo chiama in causa per non aver fornito nessuna indicazione, risponde così: «Il presidente del Consiglio ha voluto sottolineare questa cosa, ma non è stata scortesia istituzionale, erano solo informazioni inutili. È coerente con quello che ho detto finora. Non c'è nulla da sapere». Quanto alla presenza o meno di Gianluca Savoini nelle delegazioni ufficiali, replica ricordando che non è mai partito con le delegazioni del Viminale.
Il vicepremier ha sminuito il caso parlando di un "fantasy di spionaggio in Russia", "una storia dell'estate". "Ci pagano per far lavorare le persone, per sistemare strade e autostrade", ha sottolineato Salvini, aggiungendo che "Conte al Senato ha detto quello che dico io da settimane. Non ho mai preso un rublo, vado all'estero per far politica non per far accordi commerciali. Incontrare ministri è il mio lavoro, per l'interesse nazionale italiano".
Il Pd intanto annuncia una mozione di sfiducia al ministro dell'Interno "a garanzia di tutti gli italiani".
"E' una medaglia!", commenta con sarcasmo il vicepremier.
Inoltre, i senatori del Movimento 5stelle hanno disertato l'Aula, "in imbarazzo" per l'assenza di Salvini. E de di nuovo la possibilità di una crisi al governo a tenere di nuovo banco.
Davide Fifaco