I rapporti fra Italia e Cina e in particolare gli investimenti sul 5G da parte di Pechino in Italia sono stati al centro del colloquio fra il segretario di Stato americano Mike Pompeo e il ministro degli esteri italiano Luigi di Maio.
Pompeo, giunto ieri a Roma per una missione di quattro giorni in Italia, nella conferenza stampa con Luigi Di Maio a Villa Madama ha accusato la Cina di avere “un approccio predatorio negli scambi commerciali e negli investimenti" e di essere "una minaccia comune".
Di Maio ha invece rassicurato il segretario di Stato, affermando che l’Italia condivide “le preoccupazioni su determinate infrastrutture strategiche come il 5G, e non ha alcuna intenzione di partecipare ad accordi commerciali che possano leader la sovranità”, anche se "la nuova normativa in Italia ci rende tra i paesi più avanzati sulla sicurezza in Europa".
Pompeo, che incontrerà anche il pontefice e si recherà nel paese d'origine dei suoi bisnonni, Caramanico in provincia di Pescara, ha sottolineato come Italia e Stati Uniti siano alleati e abbiano ottimi rapporti, anche nell’affrontare le crisi internazionali, ma Roma e Washington appaiono distanti sulla questione dei dazi, come ha detto lo stesso Di Maio: "In un momento in cui l'economia rallenta, - ha detto - le nostre imprese devono avere certezze e non faremo sconti nel difendere le imprese italiane con tutte le nostre forze".
Pompeo ha poi replicato a una domanda sul procedimento d’impeachment contro Donald Trump per la vicenda dell'Ucrainagate e sul veto posto agli interrogatori di cinque dirigenti del dipartimento di Stato: “Risponderemo al nostro obbligo costituzionale – ha detto - ma in modo che sia in linea con il sistema americano, e non tollereremo intimidazioni".
Alessandro Martegani