Dopo il voto di fiducia, chiesta e ottenuta dal governo fra le proteste delle opposizioni, la Camera ha dato via libera con 313 sì, e 70 no alla manovra. A favore hanno votato Movimento 5 stelle e Lega, contro Forza Italia e Fratelli d'Italia, mentre Pd e Liberi e Uguali non hanno partecipato al voto per protesta.
Anche le dichiarazioni di voto avevano confermato il muro contro muro fra la maggioranza di governo e le opposizioni, che avevano accusato più volte la maggioranza di non aver consentito un reale confronto sul testo.
La manovra, avevano ribadito Lega e 5 Stelle, farà ripartire il paese, confermando misure bandiera come la quota 100 sulle pensioni o il reddito di cittadinanza, nonostante i tagli imposti dall’accordo raggiunto con Bruxelles per evitare la procedura d’infrazione. Gli italiani - ha dichiarato il premier Giuseppe conte subito dopo il voto - si accorgeranno “presto” degli effetti positivi della “manovra del popolo”.
Di segno opposto i commenti dei partiti di opposizione: “Questa manovra ha un disegno pericoloso – ha detto il capogruppo del Pd alla Camera Emanuele Fiano -, questa maggioranza vuole modificare lo statuto della nostra democrazia, ed è regressiva per lo Stato sociale e per la democrazia”. Duri anche i commenti di Forza Italia, che sottolinea in particolare l’assenza di provvedimenti per un reale sviluppo e l’aumento delle imposte.
In ogni caso Lega e 5 Stelle sono riusciti a evitare l’esercizio provvisorio a poche ore dalla scadenza, e a trovare una via d’uscita con Bruxelles, ma la lunga maratona, iniziata quasi due mesi fa, ha lasciato delle ferite negli equilibri della maggioranza. Il dibattito parlamentare ha attirato durissime critiche sul presidente della Camera Roberto Fico, e negli ultimi g
iorni si sono fatte sempre più insistenti le voci sulle prossime dimissioni del ministro dell’economia Tria, che aprirebbero le porte a un rimpasto di governo, peraltro smentito da Palazzo Chigi.
Alessandro Martegani