Sono iniziate le consultazioni: il premier incaricato Giuseppe Conte sta incontrando i partiti, per dare il via al nuovo Governo. I primi colloqui si sono svolti con i Gruppi Misti, verso sera sarà la volta della Lega e del Movimento 5 Stelle. Berlusconi intanto conferma il no di Forza Italia alla fiducia, in una nota sottolinea che si tratta di "un governo giustizialista'.
Sono iniziate presso la sala dei busti di Montecitorio, le consultazioni del premier incaricato Giuseppe Conte per dare il via al nuovo governo. Il professore ha iniziato con i partiti più piccoli e concluderà in serata con la Lega ed il Movimento 5 Stelle, che stanno freneticamente in contatto per chiudere la trattativa sulla squadra del nuovo esecutivo.
Matteo Salvini e Luigi Di Maio difendono compatti la scelta del professor Paolo Savona per il dicastero all'Economia, valutandolo come una figura in grado di rimettere l'Italia al centro del dibattito in Europa. Scelta che piace poco al Quirinale per le posizioni euroscettiche espresse dall'economista.
Salvini lancia poi un appello a Berlusconi, chiedendogli di avere fiducia ed aggiungendo che in Italia la flat tax può funzionare.
Intanto si registra una accelerata a Piazza Affari, a metà della mattinata, con il Ftse Mib salito dello 0,9% che si conferma quindi il migliore listino in Europa, mentre lo spread scende di oltre 10 punti base, a quota 177. Mentre il ministro dell'Economia uscente Pier Carlo Padoan rivendica il recupero del pil dal 2008 grazie al lavoro dei governi di centrosinistra, Matteo Renzi rinforza ancora l'idea del Pd all'opposizione, parlando appunto di una opposizione "dura e rigorosa, ma civile" e ricordando che adesso la Lega ed i 5 Stelle rappresentano il potere, l'establishment e la casta, senza più alcun alibi ed alcuna scusa.
Linea su cui si schiera anche Silvio Berlusconi, che nonostante gli appelli di Salvini ha annunciato che Forza Italia non sosterrà il nascente governo, a causa della presenza di una forza politica incompatibile come il Movimento 5 Stelle ma anche per i programmi insufficienti, che non danno risposte ai bisogni dei cittadini italiani.