Continuano ad essere tesi i rapporti all'interno della maggioranza nel governo italiano. Sulla flat tax è arrivato l'aut aut del vicepremier leghista Matteo Salvini, che ha dichiarato che "se il ministro dell'economia del mio governo dice che di taglio delle tasse non se ne parla, o il problema sono io o è lui. Intanto Matteo Salvini e Luigi di Maio si sono visti, per la prima volta a tu per tu da settimane, senza avvertire il premier Giuseppe Conte. Hanno cercato di riannodare i fili di un dialogo, ma non accorciato le distanze.
Per Salvini l'Italia ha bisogno di uno choc fiscale forte e mette quindi sulla graticola il ministro dell'Economia Tria, che predica prudenza. Interrogato su fino a quando pensa di tenere tranquilli i propri parlamentari che chiedono di andare ad elezioni, il leader leghista risponde "fino a quando le cose si fanno".
Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sono visti, in un tentativo di accorciare le distanze, ma già sulla manovra Lega e M5S sono in disaccordo, con una frenata dei pentastellati sulla flat tax.
Il ministro dell'Interno, dopo aver portato a casa il sì sulla Tav, ora punta dritto alla flat tax ed arriva ad evocare le elezioni anticipate; vuole sfidare la UE affermando che "o riusciamo a tagliare le tasse per tanti, con una manovra da decine di miliardi o chiediamo il parere agli italiani".
Le incognite che gravano sul governo rimangono molte, tanto che un dirigente del Movimento 5Stelle ammette: "Non so se sia recuperabile il rapporto con la Lega". Tra i Cinque stelle montano l'insofferenza e le fibrillazioni dopo il via libera alla Tav: il timore è che il gruppo possa non reggere nel voto al Senato sul decreto sicurezza bis, con una fronda di dissidenti che con il loro No aprirebbero la crisi di governo.
Sull'autonomia la prossima settimana si affronterà la questione fiscale, ma intanto non si sciolgono neanche i nodi sui beni archeologici. La Lega è in pressing anche sulla Gronda. E sarebbe ancora lontana la soluzione del rebus commissario Ue. Rimane quindi sul tavolo l'ipotesi rimpasto. Nel faccia a faccia con Di Maio, Salvini ha lamentato le scelte e le dichiarazioni del ministro ai Trasporti Danilo Toninelli: i no più pesanti sono venuti sempre da lui. Ma il capo del M5s ribatte che anche su scuola, agricoltura e turismo, deleghe in mano ai leghisti, il governo non brilla. Sullo sfondo resta quindi il rischio di una crisi.
Davide Fifaco