Lanci di fumogeni, bombe carta e bottiglie, insulti, scontri e tensioni con la polizia e la stampa: i gruppi di estrema destra si erano dati appuntamento a Roma al Circo Massimo per una manifestazione nazionale, e i timori delle forze dell’ordine e dell’amministrazione della capitale si sono avverati.
Nel corso della manifestazione, organizzata dai movimenti di estrema destra Forza Nuova e “Ragazzi d'Italia”, e da organizzazioni ultras, gruppi di manifestanti si sono avvicinati alle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa che avevano circondato l’area, minacciando anche i giornalisti presenti.
A scatenare il primo scontro è stata proprio la decisione di uno dei manifestanti di parlare con i giornalisti presenti. La reazione di alcuni gruppi è stata immediata: hanno interrotto l’intervista e cominciato a lanciare bottiglie e oggetti contro i giornalisti e le forze dell'ordine.
Dopo diversi minuti i manifestanti sono tornati all'interno del Circo Massimo, dove gli interventi dal palco contestavano il governo Conte e la maggioranza, accusati di non dare risposte ai cittadini e di accettare senza discutere le decisioni di Bruxelles. Fra il pubblico molti tricolori, ma anche qualche braccio teso e simboli che evocavano il fascismo.
Nel corso della giornata ci sono stati altri momenti di tensione, e contro polizia e giornalisti sono stati lanciati fumogeni e bombe carta che hanno incendiato alcune aree dei prati del Circo Massimo. Otto persone sono state arrestate.
Una giornata da dimenticare per Roma, come sottolineato dai gruppi di centro sinistra in Consiglio comunale: “Assistiamo sgomenti – dice una nota il gruppo Pd del Campidoglio - alle immagini che arrivano dalla manifestazione di Forza Nuova al Circo Massimo. Ancora violenza nel cuore di Roma ad opera di gruppi neofascisti e ultrà, questa volta la rabbia antidemocratica si scatena contro i giornalisti a cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà”. “È inaccettabile vedere Roma medaglia d'oro alla resistenza, città della pace – aggiunge la nota - umiliata dall'arroganza di chi conosce solo il linguaggio della violenza”.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO