Il governo italiano nei prossimi giorni raccoglierà e valuterà i dati dei contagi per decidere l'eventuale riapertura degli spostamenti tra regioni. L'idea è sempre quella di permettere i trasferimenti tra territori che registrano lo stesso indice di contagio. Criterio che ad esempio applica anche la Slovenia con i paesi confinanti e che quindi per ora preclude l'apertura delle frontiere con l'Italia, provocando più di qualche mugugno in Friuli Venezia Giulia, dove comunque la politica locale sta facendo pressioni sul governo italiano per dialogare con i vertici del vicino paese. Ad alimentare la polemica i continui arrivi di migranti a Trieste dalla rotta balcanica (un ottantina di persone negli ultimissimi giorni) ed il caso riportato dalla stampa locale, che secondo le dichiarazioni di una coppia con doppia cittadinanza, italiana e slovena (rimasta anonima per evitare ripercussioni personali) ha raccontato di essere stata bloccata da uomini in uniforme militare slovena, fatta inginocchiare e “minacciata” con delle armi da fuoco per dei controlli e successivamente rilasciata con tanto di scuse per l'accaduto. Sull'episodio stanno indagando le istituzioni italiane e slovene. Il ministero degli Esteri italiano ha comunicato che l'ambasciata italiana ha contattato le autorità slovene per acquisire maggiori informazioni, chiedendo la massima collaborazione tra le forze di polizia al confine tra i due Paesi. Dalle ipotesi finora formulate i due soldati potrebbero essere in realtà due appartenenti ai gruppo paramilitari di estrema destra che pattugliano il confine con armamenti finti in cerca di migranti. Sul caso la deputata del Partito Democratico Debora Serracchiani, ha chiesto al ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, di “compiere passi opportuni presso il governo sloveno affinché tutti gli aspetti di questo episodio siano resi noti”. La Serracchiani aggiunge inoltre che “se ci sono paramilitari che girano armati nei pressi del nostro confine il fatto è inaccettabile”.
Intanto dal governo sloveno arrivano le prime precisazioni: l'episodio sarebbe accaduto un paio di settimane fa e dai controlli effettuati non risulterebbero impegnati effettivi dell'esercito nelle ore e nei luoghi indicati dai due escursionisti.
Davide Fifaco