È tutta in salita la trattativa fra Roma e Bruxelles sulla legge di Bilancio.
La nota di aggiustamento al documento di economia e finanza conferma un deficit al 2,4 per cento, con una previsione di crescita molto più ottimistica rispetto alle stime degli istituti internazionali e delle agenzie di rating: l'1,5 per cento nel 2019 per arrivare all'1,6 e l'1,4 negli anni successivi, quasi mezzo punto in più rispetto alle precedenti stime, con una discesa del debito a partire dal prossimo anno e un calo del deficit dal 2020.
Si tratta di un obiettivo legato però a molte incognite, su tutte le quotazioni dei titoli di Stato che potrebbero far schizzare la spesa per interessi alle stelle, ambizioso, per stessa ammissione del ministro dell'economia Giovanni Tria, "ma realistico" ha aggiunto, grazie "a una manovra coraggiosa e responsabile, che punta alla crescita e al benessere dei cittadini".
Le risorse per realizzare il programma, oltre che da maggior debito, saranno reperite in parte con tagli e risparmi, in parte anche dall'aumento dell'Iva a partire dal 2020.
Le cifre però non sembrano bastare all'Unione europea, che ha inviato in tempi record la lettere di risposta all'Italia. Con un giudizio decisamente negativo sulla decisione di non rispettare i parametri.
I commissari Moscovici e Dombrovskis, chiedono al governo italiano di "assicurare che la bozza di legge di stabilità sia in linea con le regole comuni di bilancio", parlando di una "deviazione significativa dal percorso raccomandato dal Consiglio europeo".
Il confronto è appena iniziato ma per ora nessuno sembra voler arretrare di un passo, e non mancano gli attacchi anche personali, come quelli rivolti da Matteo Salvini al presidente della Commissione Europea Juncker e al commissario Moscovici.
Anche Luigi di Maio ha smentito che le osservazioni della Commissione, così come le turbolenze in borsa, possano cambiare le cose: "Deve essere chiaro - ha detto - che sulla manovra il Governo non arretrerà", nemmeno con lo spread a 400.