Giuseppe Conte ha superato la prima prova, ma, nonostante i numeri alla Camera dessero una certa sicurezza al governo, la giornata è stata carica di tensioni, durante e dopo l’intervento del Presidente del Consiglio che, dopo il passo indietro di Italia Viva, ha portato la crisi in Parlamento, per cercare di ricomporre la maggioranza.
Conte non ha usato giri di parole nel criticare la decisione del movimento guidato da Matteo Renzi, che ha dato vita, in una fase difficilissima per il paese, a una crisi definita “incomprensibile”. “Le nostre energie dovrebbero essere tutte, sempre concentrate sulla crisi del paese” ma, ha detto “agli occhi dei cittadini, appaiono dissipate in contributi polemici, spesso sterili, del tutto incomprensibili. Rischiamo così tutti di perdere contatto con la realtà. C'era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase?".
“Nel pieno della pandemia Covid e mentre da casa ci ascolta chi ha perso i propri cari, confesso di avvertire un certo disagio – ha poi spiegato -: sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno o per bozza ultima del Recovery plan ma per provare a spiegare una crisi in cui non solo i cittadini, ma io stesso, alcun plausibile fondamento”.
Per Conte il governo deve continuare, per aiutare il paese a ripartire: il Premier ha elencato i risultati raggiunti e i progetti in programma, come "una riforma elettorale proporzionale" e "un grande progetto di riforma fiscale", ma soprattutto i progetti all’interno di quel recovery plan che la stessa Italia via aveva contribuito a migliorare, per poi non votarlo. Ha poi ha fatto appello a tutte le forze che si riconoscono in una politica fortemente europea, e di apertura ai temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Il Premier ha fatto riferimento ai parlamentari "volenterosi" di area "europeista: liberale, popolare, socialista”.
Al termine dell’intervento Conte ha posto la questione di fiducia, ricevendo l’appoggio delle forze di maggioranza, ma anche le proteste e le richieste di dimissioni e di elezioni da parte di Fratelli d’Italia e della Lega, che hanno accusato i partiti di maggioranza di voler rimanere al potere a tutti costi, e il Premier di non capire più la volontà e le priorità del paese.
Dopo il voto a chiamata nominale Conte, che ha lasciato l’aula dopo la replica, ha ottenuto la fiducia con 321 voti a favore e 259 contrari. 27 gli astenuti, in gran parte i deputati di Italia Viva, e non hanno votato quasi trenta deputati, segno che i contatti in vista del passaggio al Senato sono ancora in corso.
Il momento della verità sarà però quello del Senato, dove non sembrano esserci ancora certezze, nonostante le intense trattative per far entrare nella maggioranza un numero di senatori sufficiente a ottenere la fiducia. Bisognerà attendere dopo il dibattito previsto in mattinata, e il voto, per sapere se il governo Conte continuerà o se il paese avrà di fronte settimane d’incertezza.
Alessandro Martegani