Dilaga la protesta in Italia: accanto alle manifestazioni dei cittadini, a volte anche sfociate in disordini e strumentalizzate da organizzazioni di esterna destra, gruppi ultras e centri sociali, sono sempre di più le categorie che hanno deciso di scendere nelle piazze per manifestare tutta la propria frustrazione per gli orari e le chiusure decise dal governo.
Ieri è stata la volta dei ristoratori, che hanno apparecchiato simbolicamente molte piazza in tutto il paese, e dei lavoratori e titolari delle palestre e scuole di ballo, negli ultimi giorni indicate come i principali veicoli di contagio, nonostante molte si fossero adeguate alle norme di prevenzione indicate dalle autorità sanitarie.
Al momento però non si vede una via d’uscita, se non quella di versare sul conto corrente dei titolari delle attività somme che, almeno parzialmente, compensino i guadagni mancati, ma alle categorie sembra non bastare.
Tutti chiedono in realtà di poter lavorare e non manca chi, nonostante il divieto di proseguire il servizio oltre le 18:00, ha deciso di restare aperto un po’ per protesta, un po’ perché le eventuali multe sarebbero comunque inferiori al mancato guadagno.
Del resto, le ragioni dei ristoratori sono sostenute anche da esponenti delle istituzioni, non solo dall’opposizione in Parlamento. In Friuli Venezia Giulia sia il governatore Massimiliano Fedriga, sia i sindaci dei capoluoghi hanno appoggiato le ragioni delle categorie, chiedendo al governo di cambiare totalmente l’impostazione del Dpcm.
Al momento però il governo italiano sembra molto più preoccupato delle proteste violente e di chi cerca di cavalcare la rabbia delle piazze mettendo a rischio, come ha detto la ministra Luciana Lamorgese, "la tenuta sociale del Paese".
Anche nelle ultime ore scontri si sono verificati a Verona, dove ha manifestato l’estrema destra, a Palermo, dove la polizia ha caricato dopo l’aggressione a dei giornalisti da parte di gruppi di neofascisti, ma anche a Bari e Genova. Il copione è quasi sempre lo stesso: manifestazioni pacifiche all’interno delle quali “gruppi antagonisti di destra e di sinistra, esponenti delle tifoserie ultras ed elementi della criminalità”, come ha spiegato il ministero dell’interno, prendono il controllo fanno scoppiare gli scontri.
Alessandro Martegani
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