Ignazio La Russa, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia ed ex esponente di Allenza Nazionale e del Movimento Sociale Italiano, guiderà i lavori del Senato nei prossimi cinque anni.
Il nome di Larussa ha infatti raggiunto il quorum necessario a Palazzo Madama, la maggioranza assoluta dei componenti dell’aula, alla seconda votazione, diventando così la seconda carica dello Stato, colui che, in caso di indisponibilità del Presidente della Repubblica, assume le funzioni del Capo dello Stato.
“Cercherò con tutte le mie forze di essere il Presidente di tutti”, ha detto pochi minuto dopo la sua elezione parlando all’Aula, aggiungendo che questa potrebbe essere una legislatura di riforme, che devono essere graduali, approvate da tutti e non temute. La Russa, riprendendo le parole della senatrice a vita Segre, che aveva indicato il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno, Festa della Repubblica, come date che devono unire il paese, ha anche auspicato che venga dichiarata festa nazionale anche il 17 marzo, giorno della nascita del Regno d'Italia.
L’elezione, con 116 voti su 186 presenti, di Larussa, che avrebbe avuti anche un alterco con Silvio Berlusconi nel corso delle votazioni, ha però messo in luce la prima frattura nella neonata maggioranza di centro destra: Forza Italia, infatti, non ha votato per il nuovo Presidente, esprimendo disagio per i presunti veti “espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del governo”, una situazione che alla Camera ha di fatto impedito di arrivare a un risultato.
A Montecitorio, infatti, alla prima votazione nessun nome si è nemmeno avvicinato ai due terzi necessari per eleggere il Presidente della Camera, e la stessa situazione si è verificata nelle due successive votazioni, con quasi la totalità delle schede bianche. Nella seconda giornata di voto però il quorum si abbasserà alla maggioranza dei votanti, consentendo probabilmente di eleggere un candidato espresso dalla Lega: il nome più probabile è quello del capogruppo della Lega Riccardo Molinari, ma non sono esclusi colpi di scena dopo le trattative della notte.
Alessandro Martegani