Continuano le polemiche in Slovenia e Croazia scatenate dalle affermazioni del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e del ministro dell'Interno Matteo Salvini durante la cerimonia solenne alla foiba di Basovizza in occasione della giornata del ricordo. Un vero e proprio caso diplomatico, soprattutto per Tajani, del quale, con una petizione on line, si stanno chiedendo le dimissioni da presidente. Tra i firmatari anche la senatrice del Parlamento italiano Tatjana Rojc.
"Tajani ha parlato in maniera sconsiderata", ha detto durante la trasmissione "I divergenti" la Rojc, "il suo non è stato un discorso da presidente del Parlamento europeo e con le sue dichiarazioni ha in qualche modo offeso la storia delle nostre terre e tutto il lungo processo di pacificazione che si è fatto in questi decenni. Io ho profondissimo rispetto per la storia del Novecento e per tutte le vittime e credo che tutte loro vadano onorate, ma non sopporto che queste morti e il dolore che hanno provocato vengano strumentalizzati a fini politici. Si tratta di un'azione profondamente scorretta, che nega tutti i principi etici che determinano la nostra società".
Un uso strumentale della storia fatto anche dal ministro dell'Interno italiano. "Il vicepremier Salvini", ha ricordato la Rojc, "ha rotto il silenzio elettorale nelle ore in cui si stava svolgendo il voto per le amministrative in Abruzzo, portando avanti un'azione veramente scorretta".
Il più grande dispiacere, però, per la senatrice Rojc è il fatto che in pochi minuti sia stato messo in discussione il lavoro di anni: "Tutti noi abbiamo lavorato per decenni per cercare di creare questo clima di pacifica convivenza, come è giusto che sia, e come è sempre stato prima della Prima guerra mondiale. E quindi istigare alle divisioni e all'odio proprio in un sito che è simbolo di dolore trovo sia stato scorretto. Inoltre, se la stessa cosa è stata sentita dal Presidente dell'Unione degli istriani Massimiliano Lacota trovo che sia una cosa positiva, perché oggi che viviamo in un'Europa dei popoli non è possibile che si istighi alle divisioni che dovrebbero ormai essere parte di un passato doloroso che è costato vittime a tutti. Si deve andare oltre nel rispetto reciproco e le parole di Tajani certamente non aiutano".
Per quanto riguarda gli eventi del dopoguerra in quest'area la Rojc invita a tenere conto del contesto generale: "Le vittime degli eccidi del secondo dopoguerra non si limitano alle terre istriane e giuliane, ma ci sono stati eccidi importanti in Piemonte ed Emilia Romagna, come ha scritto Pansa, anche se questi crimini non si ricordano mai. Milovan Gilas diceva che la guerra dopo la guerra è stato un momento tragico che va rispettato ed in Slovenia c'è un grande movimento per riconoscere le vittime di tutte le guerre, basta vedere il monumento che ha fatto erigere il Presidente della Repubblica Borut Pahor. Perché le vittime sono vittime e non esistono vittime di serie A e vittime si serie B. C'è un dolore che accomuna ogni morte e le morti del dopoguerra sono state ancora più ingiuste. Mi dispiace soprattutto che nei discorsi fatti è stato citato il nazismo, il comunismo ma non è mai stato ricordato il fascismo".
Tatjana Rojc oltre ad essere senatrice del Friuli Venezia Giulia è anche una figura di primo piano della minoranza slovena che insieme a quella italiana sono state tra le principali sostenitrici dell'incontro nel 2010 che si tenne a Trieste tra i tre presidenti di Italia, Slovenia e Croazia: "Non dimentichiamoci del grande concerto dei tre presidenti che è stato un momento di altissima civiltà politica, con l'omaggio che i tre rappresentanti politici hanno fatto sia la Narodni Dom sia al monumento per gli esodati istriani e dalmati. E poi il grande concerto dell'amicizia, perché io credo che nelle nostre terre abbiamo sempre vissuto in amicizia, ed ora ritornare indietro è un passo obsoleto ed anti europeo, perché noi facciamo parte di questa grande comunità europea nella quale non ha alcun senso rivangare il passato e creare ulteriore dolore sul dolore che già c'è, perché parliamoci chiaro ognuno ha il proprio dolore che si porta dietro e mettere sale sulla ferita, che evidentemente non è ancora rimarginata, è un'azione che non porta a niente di buono".