Era il 2 agosto 1980, quando alle 10.25 del mattino una bomba esplose alla Stazione di Bologna provocando 85 morti e oltre 200 feriti, alcuni dei quali pagano ancora oggi le conseguenze di quell'attentato. La Strage di Bologna è stato l'atto terroristico più grave dalla fine della seconda guerra mondiale in Italia, ed è anche una delle ultime drammatiche iniziative della strategia della tensione in quelli che vennero definiti gli "Anni di piombo".
Come ogni anno a Bologna oggi si ricorda quell'evento con una serie di cerimonie, tra le quali un corteo che a quarantanove anni di distanza continua a chiedere di svelare la verità su quei fatti. Ancora oggi, infatti, molti aspetti di quell'azione terroristica restano sconosciuti. Per l'attentato nel 1995 furono condannati i terroristi neri Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, ai quali si aggiunse nel 2007 Luigi Ciavardini, minorenne all'epoca dei fatti, ma su quelli che furono i mandanti e le connivenze a quasi quaranta anni di distanza restano molte zone d'ombre, tanto da far sospettare un possibile coinvolgimento dei servizi segreti italiani e di paesi stranieri.
Una storia complessa che rientra tra i mille segreti italiani, sulla quale anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto di fare finalmente chiarezza. A tal fine, in questi giorni, è stata anche annunciata la nascita di una commissione bicamerale di inchiesta, con il compito di chiarire le dinamiche e le correlazioni nazionali ed internazionali che hanno portato alla strage, che ancora oggi a Bologna rappresenta una ferita aperta.