Foto: MMC RTV SLO/BoBo
Foto: MMC RTV SLO/BoBo

Dalla loro introduzione nell'Unione europea le app di tracciamento dei contagi da Covid-19 sono riuscite a tracciare solamente il 5% dei casi registrati, ancora di meno in Italia, dove la percentuale si abbassa all'1%.

Questi i risultati secondo una ricerca di OpenPolis che sottolinea come "la mancanza di fiducia dei cittadini ha rappresentato una barriera insormontabile, portando ad un risultato abbastanza modesto rispetto alle aspettative" iniziali.
La fondazione OpenPolis spiega che "quando questi programmi sono stati lanciati le autorità sanitarie hanno dichiarato che, per garantire un impatto reale e duraturo, il 60% della popolazione avrebbe dovuto scaricarle".

Il problema è che l'unico Paese in tutta l'Unione europea a raggiungere questo obiettivo, superandolo, è stata l'Irlanda, con il 75%.
Inizialmente i cittadini hanno accolto il consiglio dei governi e delle istituzioni di scaricare questi strumenti sui loro dispositivi, ma hanno smesso di usarle poco più tardi.

Immuni, l'applicazione di tracciamento italiana, è stata lanciata nel giugno del 2020.
Secondo il sito ufficiale, ad oggi è stata scaricata da 19.529.467 persone, mentre sono 67.387 i cittadini che hanno caricato la loro positività e 176.243 le notifiche inviate.

Openpolis calcola che i download sono stati pari al 30% della popolazione italiana, mentre sono solo l'1% i casi registrati tramite l'app. "Sono stati pochi i cittadini europei che hanno riportato la positività tramite queste applicazioni - osserva la fondazione - Purtroppo, l'assenza di analisi e verifica dei dati a disposizione rende difficile capire quanto utili questi strumenti siano effettivamente stati nella lotta contro il virus".

Gli Stati della Ue, escludendo i costi della pubblicità, hanno speso in totale 106 milioni di euro per il design degli applicativi, mentre Bulgaria, Grecia, Lussemburgo, Svezia, Ungheria, Slovacchia e Romania non hanno né sviluppato né promosso una specifica app di tracciamento dei contatti.

Davide Fifaco