Il decreto caro-voli messo a punto dal governo italiano non piace proprio alle compagnie aeree europee che avrebbero deciso di rivolgersi alla Commissione Ue per chiarire con l'Italia se il decreto possa avere un impatto sul mercato del trasporto aereo libero e deregolamentato in Europa.
Le compagnie aeree hanno il timore che il provvedimento dell'esecutivo italiano possa diventare un precedente che porterebbe ad un effetto domino. Il limite alle tariffe violerebbe i diritti delle compagnie di competere e dove possibile, di fissare i prezzi e definire nuovi servizi.
Negli scorsi giorni la compagnia irlandese low cost Ryanair aveva già affermato di ritenere "illegali" ai sensi del diritto dell'Ue i piani dell'Italia, affermando che avrebbe "conseguenze indesiderate" aumentando le tariffe aeree a lungo termine, riducendo il numero di voli e passeggeri.
La legislazione che regola il mercato europeo sui viaggi aerei consente il disciplinamento dei prezzi da e verso regioni remote, ma solo in casi specifici, per garantire sia i collegamenti territoriali che l'accessibilità economica.
Lunedì, la Commissione aveva affermato che "valuterà la compatibilità con il diritto dell'Ue di qualsiasi misura adottata".
Sul decreto contro il caro-voli, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ribadisce che si tratta di una misura in linea con le norme Ue in materia di tutela dei consumatori, dinanzi a fenomeni speculativi, o comunque distorsivi del mercato, come quelli denunciati negli scorsi mesi dalle autorità di controllo per alcune tratte aeree.
Il Ministero delle Imprese aggiunge che "il dicastero dispone di tutti gli elementi utili a rispondere, in modo compiuto, a eventuali richieste della Commissione europea come è usuale accada attraverso i propri uffici".
Davide Fifaco