I governatori temono di finire in arancione, la fascia in cui vi sono più restrizioni, in particolare per i no vax, che non possono uscire dal comune di residenza se non per lavoro, salute e urgenza. In questa fascia, come noto, si entra con l'occupazione delle terapie intensive al 20%.
Per ora, il Ministero della Salute, con una nota, ha reso noto che “al momento nessun atto formale è stato disposto per escludere dal conteggio dei ricoveri Covid i pazienti in ospedale per cause diverse dal virus che risultino positivi ai test ma asintomatici, qualora assegnati in isolamento al reparto di afferenza della patologia”.
Il Ministero sottolinea inoltre che "fermo restando quanto riconosciuto ieri dall'Istituto Superiore di Sanità è ovviamente sempre aperta l'interlocuzione con le Regioni".
Intanto, guardando gli ultimi dati. Si evince che già da lunedì la Calabria, che ha le intensive al 20% e i reparti ordinari al 38%, il Piemonte, rispettivamente 23% e 33%, e la Sicilia, che ha le rianimazioni al 20% e i reparti Covid al 33%. potrebbero passare in arancione.
Se la tendenza non si inverte, le prossime settimane vedranno altre 10 regioni cambiare colore: Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Marche, provincia di Trento, Toscana e Veneto hanno sforato la soglia del 20% nelle intensive mentre Liguria, Umbria Lombardia, e Valle d'Aosta sono già oltre il 30% dell'occupazione nei reparti Covid.
Anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, è per una modifica dei bollettini, perché ritiene che comunicare ogni giorno il numero dei contagiati non è utile, bisogna pensare ai dati degli ospedali.
Non tutti però sono d'accordo. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha dichiarato: “Non abbiamo bisogno di 'evitare' l'arancione o il gioco dei colori. Noi facciamo correttamente il nostro lavoro e quindi qualsiasi finalità è la finalità della salute pubblica".
Intanto a Palazzo Chigi si sta lavorando al Dpcm che dovrà definire, in vista del 20 gennaio, quali sono le attività e i servizi ai quali si potrà accedere anche senza green pass, come previsto dal decreto del 7 gennaio.
Davide Fifaco