Dopo la decisione del governo di varare nuove regole di prevenzione di prorogare lo stato di emergenza, la parola in Italia passa alle regioni, chiamate ad applicare concretamente i provvedimenti e soprattutto a vigilare sulle situazioni locali e, se necessario, prendere provvedimenti per arginare i contagi.
Il rapporto fra Governo italiano e amministrazioni regionali è cruciale in questa fase, ne è consapevole Giuseppe Conte, che proprio all’inizio del suo intervento di due giorni fa aveva sottolineato come “il confronto con i governatori sia costante e come un punto di forza nella gestione della pandemia sia stata anche la capacità di dialogare e coordinare l'azione tra governo centrale e governi territoriali”.
Proprio le regioni però, nella prima fase, avevano dato qualche problema al governo, su tutte la Lombardia, che si era scontrata più volte apertamente con Roma.
Ora però il contesto è diverso, con le situazioni attualmente più preoccupanti al centro sud, e sono i rapporti con Lazio e Campania a cui Roma guarda con più attenzione, piuttosto che alle regioni del nord. Vincenzo De Luca, confermato governatore della Campania, ha già emanato norme più restrittive rispetto a quelle del governo, limitando gli orari di bar e ristoranti, sia pur di poco, e ha anche già chiesto la possibilità di trasferite eventuali malati che non trovassero posto negli ospedali campani in altre regioni.
Collaborazione con il governo è stata assicurata da Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni: “Saremo tutti responsabili, come abbiamo fatto nella prima fase, quella più drammatica - ha detto a Radio 24 -. Dobbiamo fare di tutto perché non ritorni”. “Se il contagio aumenterà e troveremo situazioni più preoccupanti - ha aggiunto - si dovrà essere pronti a eventuali maggiori restrizioni. Tutto dipende dai comportamenti che ognuno di noi adotta e dai controlli messi in campo: un nuovo lockdown generalizzato questo Paese non può permetterselo”.
A riguardo il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, non ha escluso nuove misure se la curva dovesse peggiorare, come il blocco allo spostamento fra regioni. “Non escludere interventi in caso di aumenti dei contagi – ha però precisato Boccia - non significa chiudere, ma essere pronti a ogni intervento. La priorità assoluta per il Governo e per le Regioni è difendere lavoro e scuola“.
Alessandro Martegani