Di momenti difficili il Movimento 5 Stelle ne aveva già avuti, ma mai come in questi giorni la creatura di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio appare smarrita e addirittura vicina a una scissione.
La grana dei fondi provenienti dal Venezuela, su cui si sta indagando e liquidata dal Movimento come una fake news, non ha di certo rasserenato gli animi, ma i problemi per il partito di maggioranza relativa in Parlamento, che ha lasciato per strada qualcosa come 15 punti passando dal 32 per cento delle politiche del 2018, al 16-17 delle ultime stime, sembrano essere più profondi. Perdita di consenso, disaffezione dell’elettorato, mancanza di risultati, e un’insofferenza verso la crescente indipendenza, oltre che popolarità, del Premier Giuseppe Conte, sono problemi che finora non sono stati affrontati, se non con la rinuncia di Luigi di Maio alla leadership del partito.
In questo quadro le parole di Alessandro di Battista, una sorta di leader ombra per il Movimento, non hanno fatto che gettare benzina sul fuoco: l’ex parlamentare e tutt’ora esponente di primo piano del partito ha chiesto di tenere al più presto un congresso, con una sfida aperta per la leadership che dovrebbe vedere in corsa lo stesso Di Battista e Giuseppe Conte, al momento fondamentale per limitare la perdita di consenso del partito.
L’idea è però stata liquidata senza nemmeno troppe cerimonie da Beppe Grillo, che non ha esitato a usare parole dure contro con il suo ex pupillo: il timore è che un congresso possa scardinare i già precari equilibri di governo e interrompere una legislatura in cui i 5 Stelle in ogni caso hanno ancora la maggioranza: “Ho parlato di congresso e delle mie idee e Beppe mi ha mandato a quel paese - ha replicato Di Battista -. Io ho delle idee e, se non siamo d'accordo, francamente, amen.”.
Le anime del partito si stanno già schierando: la vicepresidente del Senato, Paola Taverna, sta con Grillo affermando che il “Movimento 5 Stelle non ha bisogno di un capo politico ma di una segreteria”. Altri esponenti storici, come le ex ministre Giulia Grillo e Barbara Lezzi, si schierano con Di Battista e chiedono un leader autorevole.
Una partita che rischia di avere ripercussioni sulla maggioranza e soprattutto in cui non è ancora chiaro il ruolo di Giuseppe Conte: il premier è ancora un valore aggiunto per il Movimento 5 Stelle, e nonostante qualche mugugno su alcune recenti decisioni, i grillini sembrano non poter fare a meno del Presidente del Consiglio, che per ora non ha espresso la volontà di fondare un partito autonomo, ma nemmeno quella di guidare il Movimento.
Alessandro Martegani