Partiti in fermento in Italia, cresce infatti l'attesa per la lista dei ministri in mano al premier incaricato, Mario Draghi. L'ex presidente della Bce potrebbe sciogliere le riserve già in giornata anche se pare più probabile lo faccia domani. In questo caso si andrebbe al voto alla fiducia martedì al Senato e mercoledì a Montecitorio.
La coesione è la parola d'ordine per Draghi nella formazione del suo esecutivo, intesa come coesione sociale ma anche tra le forze che lo sosterranno. Questo il motivo su cui anche i partiti che faranno parte della larga maggioranza confidano per ottenere eventualmente qualche ministro. Ad ogni modo come da prerogative istituzionali a scegliere sarà appunto Draghi, senza alcuna mossa frettolosa. Da parte del Quirinale è arrivata proprio l'indicazione al premier incaricato di prendersi tutto il tempo necessario, con il consiglio di comporre autonomamente una squadra di alto profilo, senza contrattazioni con i partiti.
Tra le voci di queste ultime ore anche quella di un colloquio tra Draghi e Conte per un possibile coinvolgimento di quest'ultimo nel governo, come ministro degli Esteri o superministro della Transizione ecologica.
Di sicuro, finora, ci sono solo i cardini del programma dell'ex presidente della Bce, su tutti l'uscita dall'emergenza sanitaria da Covid-19, con l'accelerazione della campagna di vaccinazioni in modo da avviare finalmente la ripresa economica.
Grande attenzione, inoltre, per il mondo giovanile: cruciale il rilancio economico per dare alle nuove generazioni una prospettiva di futuro attraverso il Recovery plan, con l'impegno a non alzare le tasse e rilanciare il tessuto produttivo in modo da non puntare solo su sussidi, anche se non verrà smantellato il reddito di cittadinanza.
Davide Fifaco