Dopo i contrasti con la Tunisia, Matteo Salvini apre un altro fronte di scontro internazionale, sempre a causa della gestione dell'immigrazione.
Le condizioni meteo favorevoli hanno segnato la ripresa delle partenze dalla Libia, e il ministro dell'interno ha attaccato direttamente il governo di Malta che, ha detto, "rifiuta qualsiasi richiesta di intervento, nonostante sia più vicina alla Libia rispetto all'Italia". "Ci dicano gli amici maltesi - ha detto - quante navi che trasportavano immigrati hanno attraccato nei loro porti nel 2018, quante persone sono sbarcate, quante domande di asilo sono state esaminate e quante accolte".
Una posizione che ha aperto immediatamente un nuovo fronte di scontro diplomatico con la reazione della Valletta, che in una nota ha assicurato di aver rispettato "in ogni momento, tutti gli obblighi previsti dalle convenzioni internazionali sulla sicurezza in mare", e di aver "dato assistenza ai migranti".
Salvini ha però anche attaccato il suo predecessore, Marco Minniti, e anche le organizzazioni non governative che operano nel Canale dio Sicilia che avrebbero, ha detto "un preciso disegno, al limite delle acque territoriali della Libia, per fungere da taxi", un posizione fra l'altro opposta a quella del presidente della Camera, Roberto Fico, che pur fa parte della stessa coalizione di governo, e che invece aveva auspicato maggiore sopporto alle Ong nel canale di Sicilia.
Tutto questo mentre il flusso di migranti sembra rafforzarsi: a Reggio Calabria è giunta la Sea Watch 3, nave di una Ong tedesca, con a bordo 232 migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. Il mezzo era rimasto al largo per tre giorni, in attesa dell'autorizzazione ad attraccare da parte dell'Italia dopo il rifiuto da parte di Malta.