Se la maggioranza giallo rossa in Italia, a tre giorni dal risultato delle elezioni, sta cercando di ritrovare gli equilibri dopo il crollo dei 5 Stelle, anche nell’opposizione di centro destra il voto amministrativo sembra aver cambiato i rapporti di forza.
Il mancato successo in Emilia Romagna, nonostante una campagna elettorale continua, durata due mesi e a tratti aspra, ma anche il calo della Lega in Calabria, con il consenso dimezzato rispetto alle europee, hanno improvvisamente fatto scendere le azioni di Matteo Salvini, richiamato ora dagli alleati, Forza Italia e Fratelli d’Italia, a una maggiore condivisione nelle strategie della coalizione.
L’eventuale candidato premier rimane sempre il leader della Lega, ma Forza Italia, nonostante il crollo avuto in Emilia Romagna e soprattutto Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, partito giunto ormai a un’incollatura dalla Lega in Calabria, hanno richiamato l’alleato a una maggiore moderazione.
Critiche alla fase finale della campagna elettorale giungerebbero però anche dall’interno del partito di Salvini, e proprio da colui che è ritenuto il suo più stretto collaboratore, il numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti. Dopo l’esito delle amministrative i due avrebbero avuto un confronto aspro, con Giorgetti che ha ricordato al leader della Lega come i gesti estremi vengano apprezzati dall’elettorato di destra, peraltro già convintamente a favore della linea di Salvini, ma allontanino quel voto moderato che invece rimane la chiave per vincere in Italia.
Nel centro destra si parla già di possibili alternative, fra gli altri lo stesso Giorgetti, indicato esplicitamente dal capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta come la possibile guida di un governo di centro destra che coinvolga anche altre forze moderate come Italia Viva di Matteo Renzi, con cui il partito azzurro ha già trovato punti di contatto sulla giustizia.
L’obiettivo è arrivare a un nuovo assetto in vista delle elezioni del 31 maggio quando si rinnoveranno le amministrazioni di Toscana, Veneto, Campania, Puglia, Liguria e Marche. Una partita che potrebbe essere determinante per le sorti della legislatura, ma a cui il leader della Lega potrebbe arrivare ridimensionato, sia per il numero di candidati governatori, sia per i toni da utilizzare nella campagna elettorale.
Alessandro Martegani