Come in precedenza al Senato, il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, anche alla Camera dei deputati ha ribadito l'importanza di accelerare con le vaccinazioni, vista la possibilità di usare quattro vaccini sicuri e da aprile anche quello di Johnson&Johnson, fino ad arrivare all'obiettivo di mezzo milione di persone immunizzate al giorno.
Inoltre, devono essere colmate quanto prima anche le differenze tra le Regioni nella somministrazione delle dosi. Draghi sottolinea che in concomitanza alle vaccinazioni bisogna iniziare a pianificare le aperture, dando precedenza alla scuola, anche nelle zone rosse e possibilmente subito dopo la Pasqua.
In ambito europeo il presidente del consiglio ha spiegato che va pensata una soluzione globale su una tassazione digitale entro la metà del 2021 ed un'azione concreta sulla questione dell'occupazione, soprattutto quella giovanile, sulle pari opportunità e sui diritti sociali.
Va inoltre agito in modo che le case farmaceutiche rispettino gli impegni presi in sede europea – sottolinea il premier – rafforzando anche la credibilità della Ue.
Questo proprio mentre c'è stata la clamorosa scoperta di 29 milioni di dosi di AstraZeneca in un deposito di Anagni, grazie ad una “soffiata” partita da Bruxelles.
“Ho mandato i carabinieri del Nas ed abbiamo scoperto due lotti in eccesso” ha dichiarato Draghi. La Ue non era a conoscenza di questi vaccini.
La casa farmaceutica ha fatto sapere che 13 milioni di dosi saranno incluse nel programma CoVax per i Paesi a reddito basso, precisando che il vaccino è stato prodotto al di fuori dell'UE e portato nello stabilimento di Anagni per essere riempito in fiale, mentre gli altri 16 milioni sono per l'Europa, in attesa di via libera.
AstraZeneca sottolinea che "non è corretto descrivere questa come una scorta". "Il processo di produzione dei vaccini è molto complesso e richiede tempo. In particolare - conclude l'azienda - le dosi di vaccino devono attendere l'autorizzazione del controllo di qualità dopo il riempimento delle fiale".
La richiesta di ispezione è stata avviata dal commissario della Ue Breton alla guida della Task force sui vaccini, vista l'importanza della piena trasparenza sul numero di dosi che vengono prodotte nei siti europei di AstraZeneca. La Task Force è in attesa di conferma sull'esatta provenienza dei lotti individuati ad Anagni.
Se "l'azienda vuole esportare queste dosi fuori dall'Unione – spiegano le fonti - dovrà presentare una richiesta di autorizzazione all'esportazione alle autorità italiane".
Davide Fifaco