Numero uno degli imprenditori della Lombardia, il cuore industriale del paese, 54 anni, imprenditore del settore biomedicale, una vita passata in Confindustria con una posizione apertamente critica verso molte scelte della politica recente.
È il ritratto di Carlo Bonomi, il nuovo leader degli industriali italiani, designato in settimana dal Consiglio Generale, con larga maggioranza, presidente di Confindustria.
L’investitura ufficiale ci sarà il prossimo 20 maggio, quando Bonomi assumerà la guida dell’Associazione degli industriali, e dovrà gestire la fase più difficile per l’economia e il futuro del paese dal dopoguerra.
“Non è il momento di gioire” ha detto il presidente designato dopo la nomina, “dobbiamo metterci immediatamente in condizioni operative per affrontare con massima chiarezza ed energia la sfida tremenda che è davanti a noi”.
Bonomi non sembra voler spendere tempo in diplomazia, e fin dai suoi primi passi ha confermato una linea dialettica, se non di aperta critica verso il mondo politico, accusato di non saper decidere. Era stato uno degli imprenditori più perplessi verso il primo decreto Cura Italia. “La classe politica - ha detto - mi sembra molto smarrita in questo momento, non ha idea della strada che deve percorrere il nostro paese e ci ha esposto a un pregiudizio fortemente anti-industriale, che sta tornando in maniera importante in Italia”.
Al contrario nella sua visione del paese c’è un ruolo centrale delle imprese, e punta a riavviare rapidamente le produzioni, che danno reddito e lavoro. Ha già confermato la richiesta di un confronto aperto con la politica, che porti, ha detto, a “una grande cooperazione pubblico-privato, analoga a quella che ha fatto reggere l’Italia ai colpi durissimi del secondo conflitto mondiale, del terrorismo, dell’inflazione, e del rischio di insolvibilità che ci portò alla crisi del 2011”, ma ha anche chiesto “una strategia di Paese di lungo termine e con una visione internazionale”.
Alessandro Martegani