Cresce l'angoscia per la guerra nella vicina Italia, ma crescono anche le fobie, questa volta rivolte verso i russi. A farne le spese anche gli artisti che provengono da questo paese, ai quali in molti casi è stato chiesto di esprimersi contro l'azione intrapresa dal loro governo, pena il licenziamento o la cancellazione dei loro spettacoli. Per paura di offendere gli ucraini cancellate anche mostre e festival.
Ultimo in ordine di tempo il Festival Internazionale di musica russa e letteratura russa di Genova, dedicato al 200° anniversario della nascita di Dostoevskij, che è stato rimandato perchè organizzato in collaborazione con il Consolato russo. E proprio il grande scrittore russo è quello che in questi giorni si ritrova al centro delle polemiche, dopo che il professor Paolo Nori aveva segnalato l'annuncio della cancellazione di un suo corso su questo autore che avrebbe dovuto tenere in queste settimane alla Bicocca di Milano, perchè la dirigenza temeva di risultare poco politically correct.
Indignato Nori per una scelta paradossale, che l'università dopo qualche ora ha rivisto annunciando che il corso di farà; ma che ha innescato una reazione a catena tanto che anche il sindaco di Firenze Dario Nardella è dovuto intervenire per rigettare la proposta fattagli da alcuni di togliere la statua di Dostoevskij che da decenni è in una piazza cittadina.
Peccato che proprio Dostoevskij, oltre ad essere uno dei padri sacri della letteratura mondiale, è sicuramente tra gli autori fondamentali per capire molti degli aspetti della guerra in corso, soprattutto a livello teorico e filosofico, e quindi mai come ora sarebbe importante leggerlo e conoscerlo.
Proprio per questo due docenti universitarie di Trieste Margherita De Michiel e Sergia Adamo hanno annunciato di star organizzando una serie di incontri aperti ai cittadini per divulgare “il messaggio di pace contenuto in generale in numerosi classici della letteratura russa”, tra cui anche molti romanzi di Dostoevskij.
Barbara Costamagna