La missione di pace a Mosca avrebbe dovuto svolgersi con colloqui diretti di Matteo Salvini con lo stesso Vladimir Puti. Ad assicurarlo il neo-consulente del premier leghista Antonio Capuano, che avrebbe intessuto i contatti con il governo russo.
Un viaggio che era praticamente pronto e che puntava a chiedere il cessate il fuoco in Ucraina, con un piano di pace in quattro punti e l’individuazione di una sede neutrale per le trattative. Capuano ha parlato di una vera e propria attività diplomatica che sarebbe stata portata avanti in queste settimane da Salvini, con il suo supporto, e che avrebbe potuto secondo lui portare a casa anche lo sblocco delle navi con i carichi di grano.
Un’operazione, però, che il senatore leghista stava portando avanti da solo, visto che come ha spiegato il suo consulente il governo sarebbe stato avvertito solo poco prima della partenza al fine di “non bruciare la trattativa”. Senza il sì di Draghi, ha assicurato Capuano, non si sarebbe fatto niente. Questa dichiarazione non è bastata a far rientrare la polemica, anche con gli alleati della Lega che chiedono ora spiegazioni a Salvini che secondo loro avrebbe dovuto consultarsi con gli altri leader della destra sui passi o meno da fare su questo fronte. Critiche verso di lui sono state mosse in queste ore anche all’interno del suo stesso partito, siccome molti dirigenti sembra fossero all’oscuro di questa iniziativa, ed in alcuni casi pare che non l’avrebbero neanche condivisa.
Barbara Costamagna