Gestioni imprudenti, controlli che evidentemente non hanno funzionato, ma anche indagini su veri e propri tentativi di truffa a danni dei clienti. È uno scenario inquietante quello che sta emergendo dopo il commissariamento e l’avvio del salvataggio della Banca Popolare di Bari.
Decine di nuovi fascicoli d'inchiesta con l'ipotesi di truffa aggravata sono stati aperti dalla Procura di Bari dopo le denunce da parte degli investitori e dei correntisti dell'istituto: secondo le accuse i funzionari e i dirigenti della banca avrebbero venduto prodotti finanziari senza aver informato correttamente clienti dei rischi legati ai titoli, manipolando addirittura i questionari di profilatura per collocare strumenti finanziari inadeguati alla propensione al rischio personale, e facendo credere ai risparmiatori che stavano acquistando titoli a basso rischio e facilmente liquidabili.
Uno schema in parte già visto anche nei crack delle banche venete, dove azioni e obbligazioni della banca venivano acquistati con finanziamenti erogati dallo stesso istituto.
A riguardo ci sarebbero già delle sentenze, anche la Consob, l’ente di controllo sui mercati finanziari, avrebbe sanzionato la banca nel 2018, e si sono già formati i comitati di clienti che rischiano di perdere i risparmi di una vita e che chiedono di essere risarciti.
Ad affossare la Popolare di Bari però sono stati soprattutto i crediti concessi senza adeguati controlli, una circostanza che ha attirato critiche sulla Banca d’Italia. Bankitalia si è difesa, assicurando di aver rilevato i rischi già nel 2010, segnalando l’esito negativo di alcune ispezioni e i primi problemi di liquidità. Fra il 2014 e il 2015 però la Banca d’Italia autorizzò l’acquisizione di Banca Tercas grazie a 330 milioni provenienti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, attirando anche l’attenzione dell’Antitrust europea; dal 2016 poi i dubbi sull’adeguatezza patrimoniale sono aumentati, fino alla conclamata perdita di 430 milioni nel 2018 e al commissariamento di pochi giorni fa.
I dubbi sull’operato della banca d’Italia però rimangono, e lo stesso ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, ha detto che il governo intende “valutare l'operazione di vigilanza di Bankitalia”.
Alessandro Martegani