Con la prima riunione del Consiglio dei ministri il governo ha iniziato ufficialmente la propria attività, ma rimangono alcuni passi prima che l’esecutivo diventi pienamente operativo.
Domani e dopo Giorgia Meloni e i suoi ministri si presenteranno alle Camere per il voto di fiducia. La Premier farà le proprie dichiarazioni programmatiche alla Camera domani mattina, poi si sposterà al Senato per consegnare il testo dell'intervento. La fiducia sarà votata domani alla Camera e il mercoledì al Senato
Vista la maggioranza su cui può contare il governo non ci saranno problemi per la fiducia, e la curiosità riguarda soprattutto il testo dell’intervento, e in particolare temi come la linea sulla guerra in Ucraina, che vede Giorgia Meloni più aderente alla linea europea rispetto a Berlusconi e Salvini, ma anche la crisi energetica, le modifiche annunciate ma mai esposte sul Pnrr, e anche temi delicati come l’immigrazione o le politiche sulla famiglia, fino all’uso dei 10 miliardi di euro dell’avanzo del 2022 per prorogare fino a fine anno gli aiuti sulle bollette in scadenza a novembre.
Parallelamente Giorgia Meloni dovrà anche gestire la partita dei “sotto incarichi”: viceministri e sottosegretari che completeranno la squadra di governo, e che richiederanno nuove trattative con i non facili alleati, così come le ambite presidenze delle Commissioni parlamentari.
Non mancano poi gli impegni internazionali per la Premier, con il prossimo G20 di Bali a metà novembre, e forse anche la Conferenza Onu sul clima a Sharm El Sheik. Il 15 dicembre sarà invece la volta del primo Consiglio europeo, ma si parla anche di una missione a Kiev per marcare la continuità della linea italiana si sostegno all’Ucraina.
Proprio ieri a Roma la Premier ha avuto il primo incontro, anche se informale, con il presidente francese Emmanuel Macron, discutendo per un’ora di tutti i principiali dossier europei come il caro energia, il sostegno all'Ucraina, la gestione dei flussi migratori. Il Presidente francese ha però anche fatto sapere che da parte di Parigi continueranno “vigilanza e atteggiamento esigente”, sul tema dei diritti umani da parte del nuovo governo: “Giudicheremo dagli atti del governo Meloni, in modo concreto - ha aggiunto -e vedremo come reagire tema per tema”.
Alessandro Martegani