Gli esperti continuano ad esprimere grande preoccupazione per la diffusione delle varianti ed hanno ribadito la necessità di innalzare le misure a livello nazionale e locale.
Tra le nuove e possibili misure le chiusure generalizzate nei fine settimana, zone rosse più rigide ed il criterio dei 250 casi ogni 100mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa.
Le varianti del virus stanno riportando in sofferenza le terapie intensive, con 11 regioni che sono già sopra la soglia critica del 30%. Inoltre, sempre secondo gli esperti, con la prima forma del coronavirus i bambini avevano una resistenza da 20 a 30 volte maggiore di un adulto e questo aveva permesso di lasciare aperte le scuole materne. La variante inglese invece si diffonde anche nei bambini fino a 5 anni, cambiando il quadro epidemiologico.
Proprio nelle ultime ore l'Italia ha superato i centomila morti per coronavirus dall'inizio della pandemia ed in questa situazione, con “ogni vita che conta”, come ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi, mantenere le misure restrittive e rafforzarle è ormai l'unica soluzione possibile.
Probabile che nelle prossime ore si sia una nuova cabina di regia in preparazione all'incontro di giovedì con le regioni, per un confronto in particolare su tre tematiche riguardanti i vaccini: distribuzione, logistica e somministrazione.
Dal punto di vista politico, nella maggioranza di governo c'è tensione sulla possibilità di un lockdown generale. Matteo Salvini esprime contrarietà, spiegando che chiudere adesso senza vaccini non serve a nessuno.
Italia Viva invece non è contraria all'ipotesi del lockdown in difesa della scuola, affermando che “tenere chiuse le scuole e lasciare aperto il resto è inutile e sbagliato. Se devono chiudere allora è preferibile un lockdown generale e breve per poi cercare di riaprire tutto in sicurezza”.
Rispetto all'ipotesi di chiusura generalizzata si esprime anche il microbiologo Andrea Crisanti, che afferma che un lockdown generalizzato, seguito da altri lockdown è improponibile. Bisogna avere un piano chiaro e preciso, che sia l'ultimo. Per farlo serve un piano nazionale finanziato per il monitoraggio delle varianti e potenziare il sistema di sorveglianza.
Davide Fifaco