Nulla da fare, come ampiamente previsto, nella prima votazione per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica: nonostante la serie d’incontri e colloqui fra i leader delle forze politiche, al momento non c’è un candidato in grado di raccogliere i voti dei due terzi del 1008 grandi elettori riuniti a Roma, e la conseguenza è stata la vittoria delle schede bianche nel primo scrutinio, finito in serata poco prima delle 21:30.
Dopo la lunga giornata, segnata oltre che dalle trattative, anche dalle misure di prevenzione dal Covid che hanno allungato i tempi del voto, la stragrande maggioranza di schede sono state depositate nelle urne senza alcun voto: 672 schede bianche, esattamente i due terzi dell’Assemblea, 36 per Paolo Maddalena, Ex Giudice della Corte Costituzionale votato da elettori del gruppo misto, ma non sono mancati voti di bandiera, qualche voto per Draghi qualche voto per Mattarella, ma anche per personaggi dello spettacolo. La seduta è stata riconvocata per domani alle 15:00 per la seconda votazione.
Scene già viste, ma che sembrano evitabili fino a poche settimane fa, quando l’arrivo al Colle di Draghi sembrava un fatto assodato: ora è tutto da rifare, e lo stesso Draghi sembra esserne cosciente. Il premier ha incontrato sia Matteo Salvini sia Enrico Letta, i due leader che al momento sembrano avere in mano le redini della trattativa, ma l’accordo è ancora molto lontano, anche perché non si discute solo del futuro del Quirinale, ma anche il futuro del governo e della maggioranza, che sembra destinata a sfilacciarsi rapidamente se Draghi si traferisse al Colle. Anche i colloqui fra i leader politici sono stati definiti incoraggianti, ma l’accordo è ancora lontano, e una svolta prima di giovedì, quando basterà la maggioranza assoluta dei 1008 grandi elettori, sembra improbabile.
Tramontata la candidatura Berlusconi, il centro destra è determinato comunque a portare un conservatore al Colle, lasciando Draghi a Palazzo Chigi, mentre finora, al di là dei candidati di bandiera, il centro sinistra sembra fare quadrato attorno a Mario Draghi, ma soprattutto vuole evitare di cedere alle richieste della destra. Lega, Forza Italia, ma anche parte dei 5 Stelle puntano a far rimanere Draghi a Palazzo Chigi, anche per non rischiare salti nel buio con il governo, e le temute elezioni anticipate.
Sullo sfondo rimangono poi le incognite legate al segreto del voto, grazie al quale molti parlamentari potrebbero non rispettare il mandato dei gruppi.
Alessandro Martegani
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