"Italia e Francia hanno una tradizione di rapporti che non viene messa in discussione: si tratta di affrontare i temi politici critici in modo molto sereno".
Il premier Conte, da Davos per il World Economic Forum, cerca di gettare acqua sul fuoco della polemica fra Italia e Francia, scatenata dalle considerazioni di Di Maio e Salvini sulla gestione dei migranti e sul presunto neocolonialismo valutario della Francia.
La posizione dei vicepremier, che ha anche causato la convocazione dell'ambasciatore italiano a Parigi, per Conte, non rappresenta una lacerazione, anche se il premier ha lanciato una nuova sfida a Parigi, invitando il governo francese a cedere il seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell'ONU all'Unione europea, e ha accusato Parigi di «ambiguità» sul dossier Fincantieri-Stx.
Dietro alle dichiarazioni dei due vicepremier, che il governo francese ha liquidato come "insignificanti", c'è un confronto reale fra i due paesi, sull'immigrazione, l'influenza nel nord Africa, ma anche sui rapporti economici.
Il giro d'affari fra Francia e Italia è di 80 miliardi, e sul tavolo ci sono dossier come la Tav, l'affare Fincantieri e Saint Nazare, il salvataggio di Alitalia; tutte vicende che rischiano di finire nel frullatore della campagna elettorale per le europee.
Una situazione che ha provocato anche la reazione del commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici: "Come europeo, come commissario, e come francese, - ha detto - sono costernato dal clima in cui si muovono le relazioni franco-italiane. Roma non deve isolarsi, - ha aggiunto - ha diritto a un ruolo importante nel gioco europeo, cosa che passa per forza attraverso delle buone relazioni con la Francia".
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