Foto: MMC RTV SLO
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Hanno riaperto gli istituti scolastici per 5 milioni di studenti, dalle scuole dell'infanzia alle medie, ma come noto il governo ha però spostato la data del rientro in presenza degli alunni delle superiori, prevista inizialmente per il 7 gennaio, all'11 gennaio, visto che si attendono i monitoraggi del fine settimana per definire gli indici regionali.
Intanto in molte regioni la data di rientro è già stata posticipata, tra queste il Friuli-Venezia Giulia, dove gli studenti delle superiori non torneranno in classe prima di febbraio.
La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, a questo proposito ha dichiarato: "Se si hanno contagi altissimi posso anche capire, ma allora se si chiude la scuola si deve chiudere tutto il resto, anzi la scuola dovrebbe essere l'ultima a chiudere. Se i contagi non sono alti, e ne abbiamo territori così, fortunatamente, la scuola deve restare aperta: decisioni diverse non sarebbero comprese; la scuola ha un ruolo fondamentale".
Inoltre, ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, chiede di lasciare la scuola fuori dalle polemiche della maggioranza.
Intanto da lunedì con il nuovo Dpcm mezza Italia potrebbe essere in zona arancione. In Emilia-Romagna si dà per scontata l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza e nel Lazio si guarda con apprensione «al peggioramento della curva». Il Veneto nelle ultime ore risultava sopra la soglia, la Lombardia era al limite e la Liguria appena sotto. Rischio alto anche per Piemonte, Puglia, Calabria e Basilicata. Walter Ricciardi consulente del ministro della Salute, visto che la situazione è ancora critica, insiste con la proposta di "un lockdown minimale di due mesi, parola che terrorizza i politici, ma che viene attuato in Germania e Gran Bretagna", pur sapendo che il governo continua ad escluderlo.

Davide Fifaco