Dopo i progressi delle scorse settimane, torna ad aumentare il numero di regioni oltre la soglia d'allerta per i posti occupati da pazienti Covid in terapia intensiva: la media nazionale si attesta infatti al 30%, ma a superare questa soglia sono 9 regioni, tre in più della scorsa settimana. Cresce anche il numero delle regioni che superano la soglia d'allerta del 40% dei posti nei reparti ospedalieri: sono anche in questo caso 9, una in più rispetto ad una settimana fa. Secondo le disposizioni del decreto del ministro della Salute del 30 aprile 2020, la soglia di allerta di posti in terapia intensiva occupati da malati Covid è stata stabilita essere, appunto, del 30%. Tra le regioni che superano questa soglia, figurano, tra le altre Friuli-Venezia Giulia (35%) e Veneto (37%). Per quanto riguarda i posti occupati in area 'non critica', ovvero nei reparti di medicina, pneumologia e malattie infettive, la soglia limite è stata individuata al 40% ed a livello nazionale questo dato è attualmente attorno al 36%, anche se il Friuli-Venezia Giulia lo supera e si attesta al 51%.
Intanto da uno studio realizzato dalla Fondazione The Bridge emerge che negli ultimi 10 anni sono stati persi, negli ospedali italiani, strutture, posti letto e personale, con un continuo calo degli investimenti da parte dello Stato nel Servizio Sanitario Nazionale.
Tra il 2007 ed il 2017 si registra una forte diminuzione delle strutture di ricovero, sia pubbliche, calate del 22%, che private, ridotte dell'11%, mentre complessivamente sono stati tagliati 35.797 posti letto ospedalieri.
L'analisi evidenzia come si è passati dai 12 posti letto per 1000 abitanti nel 1969 ai 3,5 attuali.
Positivo invece il dato italiano riguardo le vaccinazioni: il Belpaese è primo nell'Unione Europea ed ottavo nel mondo: oltre 320mila le somministrazioni di vaccini finora effettuate, lo 0,55% del totale.
Davide Fifaco