La valanga sulla Marmolada è "un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l'identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati" dalla colata di ghiaccio e sassi.
Queste le prime parole pronunciate dagli inquirenti. Secondo le prime ricostruzioni la valanga ha travolto due cordate da sei alpinisti. Tra le vittime ci sarebbero anche le guide. Il bilancio parla di almeno sei persone decedute, 9 feriti, due dei quali in gravi condizioni, e 16 dispersi.
Diciotto persone sono state fatte evacuare dalla cima di Punta Rocca e sono state fatte rientrare tutte quelle che si trovavano più in basso. Al momento si stanno verificando anche le auto parcheggiate, per cercare di capire se e quante persone manchino ancora all'appello.
Il distacco, secondo quando rivelato dal Soccorso Alpino, si sarebbe verificato nei pressi di Punta Rocca, lungo l'itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta. Proprio sabato sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature, con circa 10 gradi in vetta.
La massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della Marmolada è scesa per almeno 500 metri ad una velocità di 300 chilometri l'ora, sempre secondo quanto accertato dai tecnici del Soccorso Alpino, che hanno mappato tutta l'area della montagna in cui si è verificato il crollo.
Una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un'altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri, in pratica l'equivalente di due campi da calcio pieni di ghiaccio.
La procura di Trento ha aperto un fascicolo sull'incidente. Disastro colposo è il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti. Ad occuparsi delle indagini, con il procuratore Sandro Raimondi, è il pm Antonella Nazzaro.
Il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha espresso cordoglio per le vittime ed è costantemente informato sull'andamento dei soccorsi dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio e da tutte le istituzioni presenti sul luogo della tragedia.
Davide Fifaco