La curva dei contagi continua rivelare segnali di rallentamento in Italia: gli ultimi dati nazionali parlano di 28.352 i nuovi casi di coronavirus in 24 ore, una cifra stabile rispetto ai 29 mila delle 24 ore precedenti, ma quello che più importa è che il trend, pur con delle variazioni, sembra andare verso una riduzione dei contagi, e che per la seconda volta di fila calano i ricoverati in terapia intensiva, passando da 3846 a 3.782, così come i ricoverati totali.
Dati che però non fanno abbandonare al governo la linea prudenziale, nonostante l’analisi dei dati dica che l’indice Rt è in diminuzione un po’ in tutto il paese. Nel periodo fra il 4 e il 17 novembre, l'indice di trasmissibilità Rt medio era fra l’1 e l’1,25, e in quattro Regioni era inferiore a uno.
In ogni caso i dati hanno consentito il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione di alcune regioni, e il mantenimento della fascia in altre. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà una nuova ordinanza con cui dispone a partire da domenica, l'area arancione per Calabria, Lombardia e Piemonte, che potranno riaprire i negozi, ma non bar e ristoranti, e mandare a scuola i ragazzi fino alla terza media, e l'area gialla per Liguria e Sicilia. Per la Toscana il passaggio in zona arancione dovrebbe avvenire il 4 dicembre.
Il Friuli Venezia Giulia, come anticipato dal Presidente Massimiliano Fedriga, manterrà la zona arancione, grazie ai dati dell’Rt.
L’esecutivo intanto sta lavorando al nuovo decreto del 3 dicembre, che conterrà anche le attese regole sul Natale: l’epidemia mostra segni d’indebolimento ma non è ancora sotto controllo e non sembra ci sia possibilità di un posticipo del coprifuoco dopo le 22, nemmeno alla vigilia, così come saranno fortemente sconsigliati pranzi e cene con molte persone.
Si tratta anche sui provvedimenti sul settore dello sci, in particolare per concordare una linea comune con i paesi europei, ed evitare che ci siano spostamenti per raggiugere i luoghi dove è consentito sciare. L’Unione Europea ha fatto sapere che la prossima settimana ci sarà un orientamento comune sulle festività, ma anche i presidenti delle Regioni hanno chiesto al governo di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci, che Roma sembra intenzionata riattivare solo dopo le feste di Natale.
Rinvio a dopo le feste probabilmente anche per il ritorno alle lezioni in presenza nelle scuole superiori.
Alessandro Martegani
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