Forse non è una pace, ma è perlomeno una tregua in vista della formazione del governo quella stretta da Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.
I due leader del centrodestra si erano scontrati apertamente al momento dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato, con Berlusconi che chiedeva maggiore spazio nel governo, e una replica secca di Giorgia Meloni: un braccio di ferro che aveva portato anche al non voto degli Azzurri per Ignazio La Russa al Senato, ma un incontro fra i due sembra aver per ora placato gli animi nella futura coalizione di governo.
Il momento era molto delicato e Forza Italia aveva anche ventilato di andare alle consultazioni al Quirinale separata gli alleati, dando un segnale di rottura e non mancavano anche le proposte di un appoggio esterno al governo.
Ipotesi rientrate dopo l’incontro nella sede di Fratelli d’Italia fra Meloni e Berlusconi, ma il Cavaliere non è uscito soddisfatto dal colloquio, in cui sostanzialmente ha dovuto prendere atto che al momento non conviene soprattutto al suo partito rompere l’alleanza ancor prima d’iniziare a governare.
"L'incontro si è svolto in un clima di unità di intenti e di massima cordialità e collaborazione", hanno scritto i due in una nota dopo l’incontro ma, il Cavaliere continuerebbe a ritenere il proprio movimento sottostimato nella presenza nel governo, con cinque ministri, anche se avrebbe strappato la presenza di alcuni fedelissimi come l’ex presidente del Senato Elisabetta Casellati al ministero delle riforme, l’attuale presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca, al ministero della Salute e Antonio Tajani come vicepremier; agli azzurri anche l’Università. Nulla da fare per Licia Ronzulli, il nome che aveva scatenato il braccio o ferro, e che sarà invece capogruppo al Senato. Il ministero della Giustizia andrà invece a Carlo Nordio, candidato con Fratelli d’Italia
Troppo poco per il Cavaliere, che non avrebbe gradito nemmeno il fatto di essere stato lui a dover andare a casa di Giorgia Meloni per l’incontro.
L’impressione è dunque quella di una tregua armata, per non compromettere esito e tempi della formazione del governo: Meloni potrebbe ricevere l’incarico già entro domenica e presentarsi alle Camere per la fiducia la prossima settimana.
La squadra di governo intanto sta prendendo forma: cinque ministeri andrebbero anche alla Lega, che però sembra aver strappato posti più pesanti rispetto a Forza Italia, come il ministero dell’economia, che sembra destinato a Giancarlo Giorgetti, che però sarebbe considerato come tecnico e non rientrerebbe nelle quote. Si profila invece un doppio ruolo per Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture. Alla Lega andrebbero anche Agricoltura, Affari regionali e Autonomia, dove potrebbe arrivare Roberto Calderoli. Ancora in bilico il ministero della Salute, conteso da Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Alessandro Martegani